Lecco, ipotesi Nameless al Bione. «Ma serve la pista di atletica»

Le società sportive chiedono tempi certi. Longoni: «Comunicato al Comune, vedremo la scelta». Dadati: «Evento fondamentale»

Lecco

Prosegue il dibattito intorno all’ipotesi di un ritorno di Nameless al centro sportivo Bione di Lecco. «Nei mesi di giugno e luglio – osserva Maurizio Longoni, direttore di Atletica Lecco – noi abbiamo tutti i campionati federali. È il periodo in cui iniziamo l’attività e la pista ci serve per gli allenamenti. L’ho ribadito durante la riunione di lunedì sera. Poi se il Comune deciderà di mettere il centro sportivo a disposizione del Nameless vedremo».

L’idea di riportare l’evento musicale a Lecco, lì dove si erano svolte le prime due edizioni nel 2013 – 2014, è ancora in fase embrionale. L’unico dettaglio noto, per ora, è quanto Nameless potrebbe restare se il ritorno si concretizzasse: cinque anni. Lunedì sera c’è stata una prima riunione tra il Comune di Lecco, il patron del festival Alberto Fumagalli, le società sportive e Sport Plus ssd, la società del gruppo In Sport che gestisce il centro sportivo. I tasselli del puzzle da incastrare per riuscire a riportare il festival all’ombra del Resegone sono tanti. Oltre alle esigenze delle società sportive, a partire da atletica e rugby, c’è il tema della manutenzione: le strutture dovranno essere restituite in perfette condizioni, senza provocare lunghi stop alle attività. Le società hanno chiesto garanzie precise sulle tempistiche di allestimento e disallestimento, per evitare periodi troppo lunghi di inattività e mantenere la continuità delle attività sportive. Altra questione cruciale è quello dell’accesso e della sicurezza, con particolare attenzione agli aspetti viabilistici e di gestione del traffico nei giorni di svolgimento dell’evento. Non sono mancati momenti di scambio su eventuali sovrapposizioni con eventi storici già consolidati all’interno del centro, soprattutto nelle prime settimane di giugno, che potrebbero richiedere un’attenta valutazione di possibili alternative. In altre parole, la prudenza rimane la parola d’ordine. Di contro, tutti i partecipanti alla riunione si sono detti interessati per l’opportunità di valorizzazione delle strutture del Bione che l’arrivo di Nameless potrebbe rappresentare.

«L’importante è che l’evento rimanga sul territorio di Lecco – sottolinea Fabio Dadati, imprenditore nonché membro della giunta di Camera di Commercio –. Su questo anche Confcommercio si è impegnata. Una manifestazione come Nameless genera un importante indotto per case vacanze, alberghi e campeggi e accende un faro sul territorio accrescendone la reputazione turistica al di là delle destinazioni note legate al lago. Se dovesse spostarsi nel capoluogo sarebbe un’ottima cosa. La zona del Bione è facilmente raggiungibile. Spero si trovi la quadratura del cerchio e si riesca a far rimanere Nameless nel lecchese».

Alcuni aspetti logistici, evidenzia Dadati, saranno da gestire ma «la squadra di Alberto Fumagalli è bravissima e molto attenta» come ha dimostrato fin dal periodo trascorso in Valsassina. Dopo la riunione di lunedì, il Comune parrebbe avere l’intenzione di allargare la discussione anche ad altri interlocutori, come commercianti, prefettura e forze dell’ordine, per valutare sicurezza, impatto ambientale, rumore e mobilità. Intanto le società sportive restano vigili, tra apertura e prudenza, consapevoli che la scommessa del Nameless al Bione potrebbe davvero valorizzare Lecco a tutto tondo, se condivisa e ben gestita.

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