Piantedo: è nata in una piazzola, la piccola Sofia sta bene. Dimessa dopo due giorni

Il messaggio della mamma: «Il parto è finito bene e la natura fa le cose per bene»

Piantedo

«Mi piace lanciare il messaggio che il parto improvviso, ma naturale, è finito così bene che la mia bambina, nonostante la diagnosi di iposviluppo e il suo basso peso è stata dimessa dall’ospedale Manzoni di Lecco dopo soli due giorni e viene allattata esclusivamente al seno e a richiesta. Si alimenta unicamente con il latte materno, senza aggiunte di quello artificiale. La natura fa le cose fatte bene...».

È raggiante Maria Cristina Mori, 45 anni, milanese trapiantata a Corteno Golgi, la mamma di Sofia, la piccina che giovedì scorso “è nata sulla strada”, come ha certificato anche la funzionaria del Comune di Piantedo, Francesca Broglio, dove la mamma si è recata lunedì con la neonata.

«All’età di 4 giorni, dopo l’esito positivo del controllo sulla crescita del peso e del valore della bilirubina al Manzoni - racconta la donna - con Sofia sono andata in municipio a registrare la nascita. E l’addetta di Piantedo è stata gentilissima, ha rinunciato alla pausa pranzo per la pratica. Un’emozione indescrivibile: poi ha accettato di fare un selfie di noi tre insieme».

La piccola aveva una diagnosi di iposviluppo, ecograficamente - pochi giorni prima del parto avvenuto sull’auto guidata da papà Damasiri, 43 anni, ferma alla piazzola della variante di Morbegno, con la preziosa assistenza degli operatori di ambulanza e automedica - il peso previsto era di 2,240 grammi, quando è nata otto grammi meno ed era lunga 44,5 centimetri.

«Si è trattato di un parto podalico, ossia è uscita con i piedi e all’ultimo con la testina - spiega Maria Cristina - tutto è avvenuto in modo naturale ed è stato veloce. Avrebbe dovuto nascere fra due settimane, invece aveva fretta di venire al mondo. Quella mattina, con al volante mio marito, siamo partiti verso Lecco: sentivo alcune contrazioni, quindi eravamo attesi per i controlli. Se al Manzoni, dove avrebbe dovuto nascere, mi avessero confermato la posizione podalica, era già programmato che, il giorno successivo, mi sarei dovuta recare al San Gerardo di Monza per la manovra di “rivolgimento”, sotto controllo ecografico, Invece è nata in Valtellina e scriverò anche al generale dei carabinieri e al prefetto di Sondrio per fare loro sapere dello straordinario intervento fatto dal brigadiere capo qualifica speciale Massimiliano Santarelli e dall’appuntato scelto Simone Stangherlin del Norm di Chiavenna che, come mi è stato detto da mio marito, rischiando di essere investiti, hanno bloccato al traffico la tangenziale per consentire l’atterraggio di un elicottero di Areu con l’equipe medica pronta a trasferirci a Lecco».

«Non ho mai voluto sapere il sesso del nascituro. Avevo un nome se fosse stata femmina e uno in caso di maschietto che era Alessandro. Sofia il cui significato è scienza e conoscenza: già dai primi vagiti, mi sembra una vera combattente». E per ricordare dove è nata questa splendida bimba, ieri sua mamma, dopo l’ennesima poppata, è ridiscesa lungo i tornanti del passo dell’Aprica ed è tornata lungo il rettilineo dell’ex statale 38 per posizionare sul guard-rail della piazzola un b fiocco rosa.

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