
Cronaca / Lecco città
Lunedì 10 Luglio 2017
Scoperta archeologica con firma lecchese
Rinvenuto dente di Neanderthal
L’archeologa Lucia Castagna a Gibilterra ha trovato durante gli scavi un reperto dell’epoca Apparteneva a un bimbo, si pensava fosse estinto prima
Porta la firma lecchese una delle scoperte archeologiche più interessanti degli ultimi tempi.
Nei giorni scorsi, il 3 luglio, Lucia Castagna, classe 1991, di Germanedo, neo laureata con lode in “Archeologia e culture del mondo antico” all’università Alma Mater Studiorum di Bologna, impegnata in un lavoro di ricerca a Gorham a Gibilterra, con una collega di Liverpool, ha trovato durante gli scavi archeologici, un dente appartenente ad un bambino di Neanderthal.
Nelle grotte Vanguard
Una scoperta unica che localizza la presenza di uomini di Neanderthal in quell’area, probabilmente un gruppo composto da più famiglie, o comunque con persone di diversa età. Una sorta di villaggio.Il ritrovamento è stato fatto nel complesso delle grotte Vanguard, a Gorham a Gibilterra, dichiarate nel 2016 patrimonio mondiale dell’Unesco, di cui il “Gibraltar museum” ne è il responsabile. Analizzato il reperto, esperti di fama internazionale hanno confermato che il dente apparteneva a un bambino di età tra i 4 e i 5 anni, anni e mostrava caratteristiche di Neanderthal. Un’analisi approfondita e dettagliata vista l’importanza del reperto, che ha chiarito che il dente apparteneva ad un bambino, e non ad un animale come si sarebbe anche potuto pensare.Il ritrovamento nel contesto del livello di scavo, datato a 50 mila anni fa, conferma l’identità come Neanderthal.
L’importanza del ritrovamento sta anche nel fatto che trattasi del terzo reperto del Neanderthal rinvenuto a Gibilterra. Si è sempre pensato che l’uomo di Neanderthal si fosse estinto con l’arrivo in Europa dei Sapiens.
Già abitato in quell’epoca
I reperti trovati a Gibilterra, a cui si aggiunge proprio il dente recuperato in questi giorni, rivelerebbero che i due gruppi hanno convissuto. Negli anni scorsi Clive Finlayson e i suoi colleghi del “Gibraltar museum”, lo stesso per cui sta lavorando Lucia Castagna, avevano portato alla luce oltre 240 manufatti in pietra databili tra i 24 mila e i 28 mila anni fa, che dimostrerebbero come a quell’epoca il nostro continente, già in parte colonizzato dall’homo sapiens, fosse ancora abitato da numerosi esemplari di uomo di Neanderthal, che si riteneva invece già estinto. Gli oggetti ritrovati dagli archeologi erano selci, quarziti e pietre focaie del tipo cosiddetto “musteriano”, la cui produzione viene associata esclusivamente alle limitate capacità manuali del nostro più antico progenitore.Il dente di un bambino, nel livello di scavi databile a 50 mila anni fa pone un altro tassello nella storia dell’uomo di Neanderthal.
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