Taxi a Lecco, è guerra con gli albergatori: «Tariffe oneste, basta falsità»

Dopo le accuse sugli alti costi delle corse, il Consorzio lecchese replica: «Dal lungolago alla stazione si spende al massimo 8 euro, altro che 20». Pronto a tutelarsi nelle sedi opportune

Lecco

«Altro che 20 euro, per andare dal lungolago in stazione e viceversa, con noi se ne spende meno della metà». Sono furiosi i taxisti di Lecco facenti parte del Consorzio tassisti lecchesi Radio Taxi. Le accuse degli albergatori sono senza senso. Pierluigi Triboli legale rappresentante dei taxisti di Lecco spiega tariffario alla mano: «Lo start è 4,50 euro più 1,30 euro al chilometro. Dalla stazione al lungolago andata e ritorno se arriviamo a 8 euro è tanto. Per noi è diffamatorio dire queste cose. Ma d’altronde siamo sotto attacco degli albergatori. A Lecco non ci sono tariffe care. Siamo in linea con il resto d’Italia. Mentre gli albergatori di fuori città, invece, non capiscono che noi siamo taxisti di Lecco, per cui è logico che paghino la tratta dalla stazione al loro albergo e ritorno. Ma, ripeto, le nostre tariffe, oltre che trasparenti, non sono per niente care».

Triboli è un fiume in piena: «Ne abbiamo veramente piene le tasche di questa situazione; praticamente ogni giorno abbiamo problemi, veniamo trattati a pesci in faccia dagli albergatori. Anche ieri ho avuto una questione assurda con pretese che non stanno né in cielo né in terra. E poi vado a leggere di 20 euro dalla stazione al lungolago. Ma scherziamo? Adesso basta. Ricorreremo alle vie legali contro quelli che dicono falsità su di noi». L’altro lamento molto in voga è che manchino taxi. Non siano sufficienti. Anche questa “accusa” è rispedita al mittente: «Mi pare sotto gli occhi di tutti: la situazione in stazione con il blocco dei treni, i bus sostitutivi, con 1000, 2000 persone che scendono ogni volta che arriva un treno da Milano, non è risolvibile con i taxi. Anche noi facciamo quello che possiamo fare, non certo i miracoli. E poi tra l’altro noi stiamo avendo un’ottima collaborazione con l’assessore Cattaneo del Comune. Siamo riusciti ad attivare una licenza temporanea ovvero abbiamo dovuto acquistare noi un’auto, come consorzio, poi abbiamo dovuto trovare noi una persona da assumere a nostre spese per avviarlo come tassista. Non solo: abbiamo collaborato per redigere un nuovo regolamento che era fermo dal 1955. Così abbiamo messo in campo sia licenze temporanee che le seconde guide sulle licenze presenti (ovvero lo stesso taxi ma usato da due taxisti nell’arco della giornata, n.d.r.). Però persino noi abbiamo difficoltà a reperire persone che abbiano i requisiti, perché per poter fare il tassista uno deve avere la patente del taxi, quindi l’iscrizione al ruolo dell’albo conducenti. Insomma, stiamo facendo fatica a trovare gente fidata che voglia fare questo lavoro».

Comunque l’unica licenza temporanea operante è una “notturna”, ovvero il taxista opera dalle 17 fino alle 6 del mattino. Così da venire incontro a chi chiedeva che anche la notte fosse coperta. Non solo. I tassisti hanno fatto anche sforzi organizzativi importanti: «Ci siamo riorganizzati – spiega Triboli - . Abbiamo cercato di spalmarci un po’ in più orari per cercare di gestire meglio la situazione. Il blocco dei treni non aiuta comunque a coprire certi orari, perché comunque siamo pochi (tredici, n.d.r.), ci vorrebbero veramente tante auto e noi non possiamo sostituire il servizio pubblico di linea, per intenderci». Infine Triboli si leva un sassolino dalla scarpa: «Ci dicono che ci sarebbero anche determinati hotel nel nostro territorio che hanno acquistato una navetta, per l’hotel, e questo è chiaramente legittimo se si trasportano i propri clienti gratuitamente. Non è legittimo, invece, se si carica gente a pagamento. Invito a indagare su questo malcostume che ci è stato segnalato. Se confermato sarebbe abusivismo».

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