«Con la sentenza Trenord risponderà

sui disservizi anche a noi viaggiatori»

Il Comitato pendolari del Meratese commenta la decisione della Corte d’appello, Guido Raos: «È un risultato che fa giurisprudenza e che cambia i rapporti con i clienti»

CASSAGO

Non avevano partecipato preferendo rimanere neutrali ma è innegabile che la storica sentenza della Corte di appello di Milano sulla class action contro Trenord ha profonde ripercussioni anche sui comitati pendolari della provincia di Lecco.

Uno su tutti il Comitato Pendolari del Meratese che oggi come ai tempi dei disagi del dicembre 2012 aveva ed ha come portavoce Guido Raos. «È una sentenza di cui bisogna tenere conto perché a quanto mi risulta è la prima del suo genere in materia di trasporti e forse una delle prime class action che va a buon fine in Italia - commenta Raos - ed anche Trenord non potrà non tenerne conto. Quando era nata questa idea come comitato avevamo preferito rimanere in disparte, nè appoggiando nè osteggiando l’iniziativa. Erano troppi i problemi dal punto di vista tecnico ed organizzativo per un piccolo comitato come il nostro, ma anche per tutti gli altri di cui ero a conoscenza. Per questo non avevamo partecipato ma devo confessare che un pensierino ce l’ave fatto anche io. Poi avevo deciso di non aderire di persona ma la tentazione era stata forte». Ora Trenord ha come interlocutori a cui rispondere non solo la Regione ed i suoi politici ed amministratori di turno, che è oltre che concessionaria del servizio è anche azionista, ma direttamente ai propri clienti, organizzati o meno in comitati o associazioni di consumatori come Altroconsumo. E questo per una sentenza della magistratura che farà giurisprudenza.

«Si, è innegabile, è una sentenza storica che farà precedente. Quello che portò al disastro del dicembre 2012 fu una concomitanza di fattori che presi singolarmente forse non avrebbero prodotto quegli effetti ma che messi insieme hanno condotto a quello che sappiamo. Ci fu l’introduzione di un nuovo software di gestione dei turni del personale non testato a sufficienza e questo in concomitanza del cambio di orario da estivo a invernale che porta sempre qualche problema con se. Non solo - continua Guido Raos - non dobbiamo dimenticare che Trenord è una società ibrida dove hanno coesistito due diversi contratti del personale, quello che arrivava da Trenitalia e quello del personale di Ferrovie Nord. Si stava cercando di armonizzarli e questo causava frizioni con i dipendenti che probabilmente davano scarsa collaborazione. Aggiungiamo i cronici problemi dei treni vecchi, i guasti, il personale in ferie, i guai giudiziari dell’allora amministratore delegato. Ecco - conclude - che per due settimane ci fu il caos, non sapevamo se alla sera saremmo potuti rientrare a casa».

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