Merate, l’università Bicocca studia l’avifauna del lago di Sartirana

Merate

Un studio scientifico della Bicocca di Milano studierà la nidificazione dell’avifauna nella riserva naturale del lago di Sartirana. Ad affidarlo all’università milanese, il parco di Montevecchia e della valle del Curone.

Toccherà al team guidato dal professor Luciano Bani, zoologo, identificare le specie presenti e stabilire con precisione i periodi dell’anno in cui queste nidificano.

Obiettivo dello studio è fornire una base scientifica per valutare se le attuali limitazioni all’accesso della zona nord della riserva, stabilite da Regione Lombardia, siano coerenti con le reali esigenze della fauna locale. «Le rilevazioni avverranno una volta al mese – spiega Giovanni Zardoni, presidente dell’ente parco –. Gli esperti rimarranno per alcune ore nell’area protetta, ascolteranno i canti degli uccelli e li identificheranno in base alle vocalizzazioni. Al termine del monitoraggio, verrà redatta una relazione che ci aiuterà a capire se i periodi di chiusura oggi previsti abbiano una reale giustificazione».

Attualmente, l’area nord del lago – definita “zona a accesso limitato” – è interdetta al pubblico dal 1° marzo al 31 luglio. Il divieto, in vigore da alcuni anni con l’entrata in vigore del nuovo piano di gestione, interessa il tratto compreso tra l’ingresso del cimitero di Sartirana e quello di via Vespucci, a Bagnolo. Una misura che limita la fruizione dell’area e che in passato ha suscitato contestazioni, come testimoniato dalla petizione promossa dall’ex sindaco Andrea Massironi per chiederne la revoca.

«Gli zoologi effettueranno un censimento puntuale – aggiunge l’assessore all’Ecologia Silvia Sesana – per stabilire quali specie popolano l’area, dove si insediano e in quali mesi si riproducono. Solo in base a questi dati, che saranno riferiti specificamente al nostro sito, si potrà valutare se mantenere, ridurre o eventualmente estendere il periodo di chiusura». L’assessore chiarisce che, al momento, non è stata presa alcuna decisione: «Lo studio non parte da una conclusione già definita. Potrebbe portare a una riduzione del periodo di chiusura, ma anche al suo allungamento».

Intanto, l’ente parco ha già evidenziato alcune incongruenze nelle pratiche attuali. «È paradossale – osserva Zardoni – che durante il periodo di divieto vengano eseguiti interventi come il taglio dell’erba o l’abbattimento di alberi. Se l’obiettivo è non disturbare la fauna, è incoerente operare in quei mesi. In futuro, queste attività saranno consentite solo durante il periodo di apertura».

Parallelamente, proseguono i lavori per migliorare la fruizione dell’area da parte dei visitatori. Tra i piccoli interventi realizzati, l’apertura di un bagno accessibile all’interno della casetta in legno dei volontari, già utilizzabile nei fine settimana da chi frequenta la riserva.

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