Merate, quintali di pesci morti a Sartirana

Sotto accusa ossigeno e inquinanti

Carpe, tinche, lucci, persici

Ennesima strage nel laghetto

Merate

Carpe da venticinque chili, lucci da venti. E poi, ancora, scardole, tinche, persici sole e boccaloni di grosse dimensioni.

Non è il resoconto di una pesca fortunata, ma la conta delle vittime dell’ennesima strage nel laghetto di Sartirana.

Oggi, dalle 9 del mattino fino al tardo pomeriggio, alcuni volontari hanno “pescato” senza alcuna fatica centinaia di pesci dalle acque verdi e ferme del lago.

Stando ai primi dati ufficiosi, comunicati questo pomeriggio dai tecnici dell’Arpa, quanto accaduto nella notte tra lunedì e martedì sarebbe stato determinato da una drastica riduzione dell’ossigeno nell’acqua.

Le sonde dei tecnici hanno misurato valori attorno agli 0,8 microgrammi per litro. Quindici giorni fa, i valori erano attorno a 9. Quindi, dieci volte più alti. Più alta del solito anche l’acidità dell’acqua.

I pescatori però sono scettici: le condizioni delle branchie dei pesci morti non farebbero pensare all’asfissia. E anche Mario Bandera, vicepresidente provinciale della Fipsa, ipotizza cause diverse: «Il maltempo e il temporale potrebbero avere rivoltato le acque del lago, smuovendo il fondo, su cui si sono nel tempo depositate sostanze inquinanti, che hanno poi causato questa strage».

L’articolo completo sul giornale in edicola domani, mercoledì 5 agosto.

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