Morto in Brasile, la verità dell’autopsia
«Nessun segno di violenza sul corpo»

Per la polizia, l’esame del cadavere escluderebbe l’ipotesi di un’aggressione

Nessuna ferita sul corpo di Marco Bonanomi . Secondo l’esperto, che ha effettuato l’autopsia, l’impressione «è che non vi sia stata morte violenta».

Non solo perché sul cadavere non sono state rinvenute «ferite» ma anche per «la posizione in cui è stato trovato, a faccia in giù, con le braccia lungo i fianchi», posizione che «non corrisponde a un corpo che è stato lanciato o trascinato».

A gettare un po’ di luce sulla misteriosa morte del trentaquattrenne di Montevecchia, che era andato in Brasile da un amico, è il giornale JBLitoral, che ha sentito Carlo Alberto da Costa , a capo della stazione di polizia di Pontal do Paraná, che indaga sul caso.

La morte violenta sarebbe esclusa dagli inquirenti perché «se fosse stato aggredito, avrebbe reagito, ma sul suo cadavere non sono stati trovati segni di aggressione».

Secondo da Costa, è ipotizzabile che «la vittima fosse con una bicicletta e uno zaino quando è morta» anche se gli oggetti non sono stati ritrovati nella zona dietro alla spiaggia di Grajaú, dove il 5 febbraio è stato individuato il cadavere del brianzolo, poi identificato proprio dall’amico attraverso un tatuaggio a forma di Africa sulla spalla.

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