Rapina da Bergamo a Santa Maria Hoè, in due a processo

I malviventi avrebbero costretto la vittima a guidare per poi farsi consegnare uno smartphone e un telefono. «Non aprire la bocca, vai avanti fino a quanto non ti diciamo noi di fermarti» le loro parole

Lecco

La vittima al volante di una Jaguar, con la pistola puntata alla testa. «Non aprire la bocca, vai avanti fino a quanto non ti diciamo noi di fermarti», gli dicono i due malviventi, uno seduto di fianco, l’altro dietro con l’arma rivolta al conducente. Il percorso in auto parte dalla provincia di Bergamo e finisce a Santa Maria Hoè. Qui sarebbe avvenuta la rapina: un colpo in testa con il calcio della pistola, un I Phone 11 e un orologio strappato dal polso.

Dell’accusa di rapina aggravata in concorso, per fatti avvenuti a maggio 2023, devono rispondere ora tre imputati: i due cittadini marocchini Badr Machart e Mohammed Bellat, 25 e 26 anni, e una ragazza classe 2006, anche lei nata originaria del Marocco, per la quale procede separatamente il tribunale dei minori, in quanto non ancora 18enne all’epoca del fatto. I due giovani, difesi dall’avvocato Michele Coccia, sono invece finiti a processo davanti al tribunale collegiale lecchese, presieduto dal giudice Bianca Maria Bianchi. Inizialmente era coinvolto un quarto imputato, un italiano 53enne con residenza ufficiale a Cisano Bergamasco, ma domicilio a Brivio che il giorno del fatto contestato sarebbe stato alla guida di un’altra macchina.

La sua vicenda processuale, però, si è già conclusa con l’assoluzione in udienza preliminare. Secondo quanto ricostruito, anche se in modo frammentario, visto che non è stato sentito in aula il denunciante (un altro immigrato nordafricano), tutto nascerebbe dalla richiesta di aiuto alla vittima da parte della ragazza, che gli avrebbe raccontato di aver subito lei un furto dai due imputati all’Orio Center in provincia di Bergamo. L’uomo si sarebbe offerto di accompagnarla a Cisano per recuperare i propri beni, ma lì sarebbe scattata la trappola, perfezionatasi a Santa Maria Hoè. Una volta arrivato qui, la vittima avrebbe aperto la portiera della Jaguar per provare scappare, nonostante le minacce ricevute. A quel punto Bellat lo avrebbe colpito con il calcio della pistola e Machat lo avrebbe derubato, per poi darsi alla fuga a piedi con il complice.

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