Costa Masnaga, tentato sgombero della moschea: La Speranza non lascia

Dal 2019 il Comune è proprietario dell’immobile di via Cadorna 8, usato come moschea dall’associazione islamica, che continua ad occuparlo senza titolo. Il tentativo di sgombero coattivo di ieri non è andato a buon fine

Costa Masnaga

Risale al 26 giugno 2025 l’ordinanza del Comune di Costa Masnaga per lo sgombero dei locali di via Cadorna 8, utilizzati dall’associazione islamica La Speranza come moschea. A seguito dell’ultimo contezioso sorto nel 2019, quando nel corso di un sopralluogo era stata riscontrata all’interno della proprietà dell’associazione la presenza di una serie di interventi che miravano alla trasformazione dell’edificio da deposito a luogo di culto, il Comune aveva disposto la demolizione dei manufatti con relativo ordine di ripristinare il preesistente stato dei luoghi. Per effetto del mancato spontaneo adempimento all’ordine di ripristino dello stato dei luoghi da parte dell’associazione, il Comune è diventato pieno e unico proprietario della porzione immobiliare in oggetto dal 2 luglio del 2019.

Già ad agosto del 2024, per precisione il 5, il Comune aveva inviato una diffida all’associazione per liberare gli spazi, ma senza esito. Poi, in data 11 dicembre 2024, una deliberazione del consiglio comunale masnaghese disponeva di non dare corso alla demolizione d’ufficio degli abusi accertati per riportare l’edificio alla sua destinazione originaria di magazzino, prevedendo la destinazione a funzione pubblica quale sede e magazzino della Protezione Civile. Nel frattempo è andato avanti anche il contenzioso giudiziario con il Comune che ha vinto in tutte le sedi.

Ieri, l’ultimo capitolo della vicenda, come si legge dall’ordinanza: «L’associazione La Speranza non ha a oggi titolo giuridico alcuno che la legittimi a occupare l’immobile, ma continua tuttavia a occuparlo e utilizzarlo per le sue attività di culto, rifiutandosi di sgomberarlo nonostante i solleciti. L’immobile in questione appartiene al patrimonio indisponibile dell’ente e l’occupazione abusiva pregiudica la possibilità per l’ente di poter disporre del patrimonio per le finalità a cui è destinato». Secondo l’ordinanza, una volta ricevuta la notifica l’associazione avrebbe avuto dieci giorni per consegnare le chiavi e sgomberare i locali, con La Speranza che invece non si è attenuta a quanto richiesto dal Comune. Ecco quindi il tentativo di sgombero coattivo di lunedì 14 luglio alle 9.30, che però non è andato a buon fine, perché l’associazione ha provveduto a riunire presso i locali della moschea numerose persone, tra cui anziani e bambini. Il provvedimento di sgombero era stato inviato per competenza anche a Carabinieri, Prefettura e Questura. Il Comune, presente sul posto con la sindaca Sabina Panzeri e la sola Polizia Locale, ha pertanto dovuto desistere dallo sgombero, limitandosi a emettere un verbale alle autorità competenti.

Il sottosegretario regionale, Mauro Piazza, ha espresso piena solidarietà al sindaco Sabina Panzeri e all’amministrazione comunale , definendo «grave e inaccettabile» quanto accaduto durante il tentativo di sgombero.«Il rispetto della legge costituisce il fondamento per la tutela dei diritti e della sicurezza di ogni cittadino. Confidiamo nella responsabilità di tutte le parti coinvolte e nella fermezza delle autorità competenti per il ripristino della legalità», ha dichiarato. «La decisione dell’associazione “La Speranza” di opporsi allo sgombero barricandosi nei locali di via Cadorna, adibiti a luogo di culto in violazione della destinazione urbanistica e delle normative edilizie, rappresenta un gesto di forte ostilità nei confronti delle istituzioni e un grave atto contro le regole della convivenza civile e democratica» ha concluso.

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