
Cronaca / Valsassina
Mercoledì 12 Marzo 2025
Casargo e il turismo: la tesi di laurea di un giovane milanese innamorato dell’Alta Valle
Casargo
Il legame affettivo con Casargo ha guidato la scelta di Mattia Orsini, 22 anni, di San Donato Milanese, per la tesi di laurea triennale in urbanistica al Politecnico di Milano, ottenuta con 110 e lode sul tema “Turismo nelle aree interne delle montagne lecchesi: verso un decalogo di indirizzi per lo sviluppo territoriale”
«La mia famiglia ha una seconda casa a Casargo – spiega Orsini – che ho frequentato dall’infanzia fino ai tempi del Liceo. Ero in valle in pratica ogni week end. È stata la voglia di riprendere un interesse per il territorio che è stato una parte importante della mia vita fino all’adolescenza».
Nella sua analisi, Orsini ha riconosciuto quattro forme di turismo: «Sono quello di massa sul lago con il fenomeno dell’overtourism di Varenna, il turismo legato alla pratica degli sport acquatici, della neve, mountain bike ed escursioni, il nuovo tema del turismo lento, culturale ed esperienziale che ha come spina il “Sentiero del Viandante” e il turismo di villeggiatura con la crisi della seconda casa in Valsassina, con il riferimento all’altopiano valsassinese ed all’Eurovillaggio dove c’è un patrimonio di residenze non più utilizzate».
Simbolo della crisi è proprio l’Eurovillaggio di Casargo: «Realizzato negli anni Sessanta, come manifesto del turismo di villeggiatura fiorito in alta Valsassina, oggi è una successione di persiane chiuse, tapparelle abbassate, parcheggi vuoti, pareti e arredi pubblici logorati dal tempo, per un consumo di suolo di 120.000 metri quadrati, quasi pari all’intera superficie urbanizzata di Margno. Oggi sembrano però arrivare segni di un cambio di rotta con il progetto “Winter & summer alta Valsasina”». Ma nell’analisi il neo urbanista all’acclamazione positiva dell’amministrazione comunale contrappone «i dubbi circa l’efficacia dell’intervento» dovuti al surriscaldamento globale (per la parte legata alla neve) e la logica dell’azione pubblica che «manca di una visione a scala territoriale, per la promozione dell’offerta ricreativa e del patrimonio delle seconde case in un’ottica di complementarietà con il bacino turistico del lago, con un nuovo modello di governance inclusivo e sistemico».
Orsini riconosce nella Rete di imprese “Montagne del lago di Como” «un’esperienza innovativa e non scontata con l’idea di gestire con una rete in cui però è mancata l’inclusione di tutte le realtà del territorio». «La strategia di sviluppo turistico deve essere realizzata attraverso un cambio di paradigma, che permetta al territorio di riconquistare un ruolo di polarità turistica, incentrato su natura, sport e cultura», sono le conclusioni del lavoro di Orsini, racchiuso in 200 pagine, con un decalogo finale di indirizzi per potenziare il turismo come volano dello sviluppo del territorio. Una miniera di dati e proposte a cui potrebbero attingere amministratori ed operatori per sviluppare le riflessioni e le proposte che l’urbanista sottolinea devono anche essere coerenti con le previsioni dei Pgt che spesso penalizzano invece il turismo.
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