Zootecnia, la Blue Tongue colpisce ancora
ma la copertura vaccinale è al 75%

Il piano vaccinale è obbligatorio e riguarda pecore, montoni e agnelli, con priorità ai capi che praticano il pascolo vagante e la movimentazione in alpeggio. In assenza di una terapia in grado di guarire gli animali infettati, la prevenzione costituisce lo strumento più efficace per proteggere il bestiame

Lecco

La Blue Tongue, , la febbre catarrale dei ruminanti, colpisce ancora, ma la campagna vaccinale ha superato il giro di boa. Partita ad aprile, l’attività di profilassi nel territorio di Ats Brianza e quindi anche in Valsassina, ha interessato finora oltre 6.000 capi di ovini, la specie più colpita dalla cosiddetta malattia della lingua blu, pericolosa patologia infettiva trasmessa agli animali dalle punture di insetti vettori, con esiti anche letali, ma non contagiosa per l’uomo. E la copertura vaccinale al momento ha già raggiunto quasi il 75% dell’intera popolazione zootecnica oggetto della campagna, un target significativo, ottenuto grazie alla fruttuosa collaborazione tra il Dipartimento Veterinario di Ats, che ha distribuito gratuitamente le dosi, i proprietari dei capi e i veterinari liberi professionisti, che in larga misura hanno somministrato i vaccini.

Ricordiamo che il piano vaccinale è obbligatorio e riguarda pecore, montoni e agnelli, con priorità ai capi che praticano il pascolo vagante e la movimentazione in alpeggio. In assenza di una terapia in grado di guarire gli animali infettati, la prevenzione costituisce infatti lo strumento più efficace per proteggere il bestiame dalla blue tongue e contrastare il manifestarsi delle sintomatologie più gravi legate alla malattia. L’obiettivo del piano infatti è abbassare le probabilità di trasmissione del contagio tra gli ovini, consentirne la regolare movimentazione, soprattutto nella stagione dell’alpeggio, contenere le perdite.

Ma, come dicevamo all’inizio, la blue tongue non è sconfitta. In Lombardia nel 2024 i casi di questa virosi sono stati complessivamente 323, di cui 71 nel territorio di Ats Brianza: 61 nel Lecchese, 10 nel Monzese. Per cui c’è e si nota. “Siamo soddisfatti di come sta procedendo la campagna – dichiara il dottor Diego Perego, direttore del Dipartimento Veterinario di Ats Brianza– ma il problema blue tongue non deve considerarsi del tutto superato, dal momento che la vaccinazione obbligatoria non è ancora terminata, e che l’effetto immunizzante del vaccino raggiunge il culmine a circa 40 giorni dalla somministrazione. Inoltre – aggiunge Perego - non dimentichiamo che l’anno scorso abbiamo avuto i primi casi di blue tongue tra fine luglio e i primi di agosto, mentre il numero maggiore di decessi si è verificato tra fine agosto e fine settembre, questo perché i vettori della malattia hanno più cariche infettanti nel mese di settembre”.

Il livello di allerta dunque, questo l’appello di ATS agli operatori, deve restare alto per tutta l’estate, proprio per evitare l’insorgenza di nuovi focolai futuri derivanti proprio dalla sottovalutazione delle dinamiche di diffusione della malattia.

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