Caso Miglio, Castelli all’attacco:
«Decisione ideologica e assurda»

L’ex ministro lecchese critica la scelta del sindaco di Adro di rimuovere la dedica all’intellettuale “ideologo” della prima Lega Nord: «Quante vie intitolate a Gramsci o a Berlinguer ci sono in Italia? Qualcuno si è mai sognato di cancellarne una?»

Lecco

«Quante vie intitolate a Gramsci o a Berlinguer ci sono in Italia? Qualcuno si è mai sognato di cancellarne una?». Per Roberto Castelli la polemica degli ultimi giorni intorno alla figura del professor Gianfranco Miglio è simbolo del “settarismo” della sinistra. Ma andiamo con ordine: dieci giorni fa Davide Moretti, sindaco di Adro, ha deciso di far rimuovere l’omaggio all’ex preside della facoltà di scienze politiche dell’università Cattolica dalle mura del polo scolastico del comune bresciano. Secondo la ricostruzione del primo cittadino, esponente del centrosinistra, la decisione serviva per fare chiarezza: l’istituto scolastico, a differenza dell’edificio, non risulta intitolato a Gianfranco Miglio e la scritta era collocata sul retro dello stabile, dall’altra parte rispetto all’attuale ingresso. «Solo chi è permeato dalla cultura woke – osserva Castelli – può pensare di cancellare persone o episodi che hanno segnato la vita di un paese. Miglio è stato un intellettuale esimio ed è un patrimonio di tutta l’Italia. Quello di Adro è stata un’operazione puerile, ridicola e fatta male. Abbiamo fatto un accesso agli atti per comprendere se il sindaco ha rispettato tutte le normative e se la motivazione per rimuovere la scritta era reale, anche perché, in caso contrario, potrebbe configurarsi un danno erariale. Intendiamo andare a fondo anche della questione legata alla sicurezza sul lavoro: alcune foto mostrano due operai intenti a rimuovere la scritta senza alcun tipo di protezione. Il sindaco è responsabile anche di questi aspetti».

Come ricordato dall’ex ministro della Giustizia, il professor Gianfranco Miglio è stato un importante esponente di quel pensiero federalista nato nei decenni precedenti con Carlo Cattaneo. Da più parti il docente è considerato “l’ideologo” della prima Lega lombarda di Umberto Bossi. Nei giorni scorsi, per altro, si è discusso di Gianfranco Miglio anche in consiglio comunale a Casargo, dove il sindaco Antonio Pasquini ha declinato la proposta della minoranza di intitolare una via o uno spazio pubblico all’ex senatore sostenendo che questo tipo di iniziative dovrebbero essere destinate a persone in qualche modo legate al paese. «Su quanto successo a Casargo – commenta il segretario provinciale della Lega Daniele Butti – credo che ognuno sia libero di scegliere. Non conosco le motivazioni della decisione e mi auguro vadano oltre i personalismi. In generale, Miglio va ricordato come figura storica nel panorama politico italiano, non solo per la Lega, ma come padre della teoria federalista. È stato storico, politologo e senatore. Spiace vedere che è di moda togliere intitolazioni a nomi di vie o strutture come se si volesse cancellare e nascondere qualcuno o qualcosa. Questa non è politica, ma un assurdo teatrino, anzi, un circo degno solo per i pagliacci della politica. Vale per tutti, sia chiaro! Mai mi verrebbe in mente di chiedere la rimozione di intitolazioni a personaggi illustri del panorama politico italiano o estero per la sola appartenenza a una parte politica, solo per il gusto di volerla colpire».

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