«Colico con Sondrio? No, la Provincia di Lecco ha lavorato bene qui»

Dibattito politico sull’autonomia differenziata. Ospiti il sottosegretario regionale Mauro Piazza e il consigliere Gian Mario Fragomeli

Colico

Un dibattito politico pacato, nel merito, ricco di contenuti e scarico di inutili polemiche è andato in scena giovedì sera a Colico nell’auditorium Michele Ghisla. Il tema non era particolarmente “popolare” (si parlava di autonomia differenziata), ma i colichesi hanno risposto con una significativa partecipazione. Per le ragioni del “sì” all’autonomia è intervenuto il sottosegretario regionale della Lega Mauro Piazza mentre, sul fronte opposto, ha partecipato il consigliere regionale del Partito democratico Gian Mario Fragomeli.

Dopo i saluti di Andrea Bettega, referente della sezione della Lega di Colico e coordinatore provinciale dei giovani leghisti, e di Cristina Masanti, segretaria del circolo Pd colichese, il confronto si è concentrato sulla necessità – condivisa dai due relatori a livello generale – di incrementare le competenze degli enti locali. Più autonomia, quindi, sia per Piazza che per Fragomeli, anche se con accenti diversi. Del resto, come ha evidenziato il sottosegretario leghista, il percorso di trasferimento dei poteri è stato avviato proprio da un governo di centrosinistra, con la riforma del titolo V della Costituzione nel 2001. Secondo Piazza, la legge Calderoli, con l’autonomia differenziata, si iscrive nel solco avviato da questa riforma «non lede il principio dell’unità nazionale, perché lascia alle singole regioni la possibilità di accedere all’autonomia e di scegliere le materie, e non incide sui trasferimenti alle altre regioni, mentre potrebbe consentire risparmi ed efficientamenti grazie ad una migliore gestione delle materie a livello locale».

Per Fragomeli, invece, il percorso che conduce ad una maggiore autonomia degli enti locali è positivo, ma non con la legge Calderoli, «che apre ad un’autonomia regionale su temi che sarebbe opportuno mantenere in capo allo stato centrale. Bene ha fatto, quindi, la Corte costituzionale - ha aggiunto Fragomeli – che di fatto ha smontato la norma». Secondo Piazza, al contrario, «la Consulta ha rigettato l’incostituzionalità della legge: verranno fatte delle modifiche, ma il percorso prosegue».

Dal Pd arriva l’invito ad accantonare la legge Calderoli e a studiare un’altra strada per rafforzare gli enti locali, senza creare ulteriori squilibri tra nord e sud e senza avviare una nuova stagione di contenziosi tra Stato e Regioni. «Andremo avanti – ha detto invece Mauro Piazza – perché la legge, anche se non scalda i cuori, può rendere ancora più efficienti territori virtuosi come il nostro».

La condivisa idea di fondo di un rafforzamento delle amministrazioni locali si estende anche al tema delle Province: «Faccio mea culpa – ha detto Fragomeli – perché, quando ero in parlamento, ho votato la norma che ha ridimensionato le Province: è stato un errore, credo sia importante tornare a rafforzare le competenze delle amministrazioni provinciali». Sulla stessa linea anche Piazza: «La legge Del Rio è stata sciagurata e tutti hanno visto l’importanza delle Province in questi anni: fortunatamente in Lombardia abbiamo mantenuto la struttura di fondo di questi enti locali e la Regione ha lasciato numerose competenze sui territori. Spero che si possa presto tornare – ha aggiunto – alle Province come le abbiamo conosciute, con presidente e consiglieri eletti direttamente dai cittadini; ma temo che non vedremo questa riforma nell’attuale legislatura».

E a proposito dell’ipotetico passaggio di Colico dalla Provincia di Lecco a quella di Sondrio? Anche in questo caso Fragomeli e Piazza vanno d’accordo: «Sarebbe un errore, l’amministrazione lecchese ha lavorato bene – ha detto il consigliere Pd -: si può fare meglio e, se ci sono delle critiche è giusto ascoltarle, ma la nostra provincia non sarebbe più la stessa senza il lago e spero quindi che questo percorso non si realizzi». Secondo Piazza «sarebbe molto triste se Colico lasciasse la Provincia lecchese: io spero che sia stata solo una provocazione e che possa essere usata come spunto per aprire gli occhi sulla necessità di ragionamenti condivisi che vadano oltre i territori provinciali e, in particolare, sulle esigenze comuni dell’area vasta che include Como, Lecco e Sondrio, su cui stanno riflettendo le associazioni di categoria».

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