Ddl Montagna, il Pd di Sondrio: «Occasione mancata»

Secondo il Partito democratico valtellinese si tratta di una legge «demagogica e populista»

Sondrio

«Demagogico e populista, non capisco cosa ci sia da festeggiare». Così l’onorevole Gian Antonio Girelli, deputato del Partito democratico, commenta l’approvazione in Senato del disegno di legge sulla montagna, criticando l’entusiasmo della maggioranza.

«Le risorse indicate, circa 200 milioni, sono assolutamente inadeguate rispetto ai reali bisogni: semplice fumo negli occhi. Con il governo Draghi erano previsti fondi ben più consistenti. Ma il vero problema - sottolinea Girelli - è l’impianto stesso del ddl: un testo frammentario e privo di una strategia complessiva per affrontare le sfide strutturali dei territori montani. Si annunciano obiettivi altisonanti, ma mancano strumenti concreti per contrastare lo spopolamento, sostenere le attività economiche e garantire servizi adeguati». Un’occasione mancata secondo l’esponente dem. «Avevamo l’opportunità di avviare una vera politica per la montagna – puntualizza -: un serio governo del territorio, restituendo dignità e competenze alle comunità che vi abitano, potenziando la rete dei servizi (sanità, trasporti, scuola, cultura) e affrontando con decisione il tema del dissesto idrogeologico. Servivano anche misure fiscali capaci di incentivare chi decide di restare o di investire in montagna, sia per acquistare una casa che per avviare un’attività economica. Ma di tutto questo, nel testo votato, non c’è traccia se non in qualche enunciazione generica. Per questo il Partito democratico presenterà presto una nuova proposta di legge, con risorse adeguate che, se si vuole, si possono trovare».

Secondo la segretaria regionale del Pd, Silvia Roggiani «questo provvedimento conferma la totale assenza di una visione strategica per le aree montane. Il Governo parla di rilancio ma non predispone né risorse né politiche strutturali per invertire la rotta dello spopolamento. I cittadini che vivono in montagna non chiedono elemosine, ma un piano serio di investimenti su sanità, mobilità, lavoro e scuola. Servono misure fiscali mirate e una reale politica di governo del territorio che riconosca i maggiori costi che affrontano famiglie e imprese, e che dia strumenti concreti per contrastare il dissesto idrogeologico e garantire la manutenzione delle infrastrutture. È un’occasione mancata che riduce la montagna a un argomento da campagna elettorale. Come Partito democratico continueremo a batterci perché questi territori diventino una vera priorità nazionale, con politiche di lungo periodo e risorse certe, e perché la montagna non sia considerata una marginalità da citare solo nei comizi».

Sulla stessa linea il segretario provinciale del Pd di Sondrio, Michele Iannotti: «Un vero tradimento nei confronti della montagna e, in particolare, della provincia di Sondrio – accusa -. Questa legge è un inganno per chi vive e lavora nelle nostre valli: non c’è alcuna volontà di risolvere i problemi reali del territorio. Si fa solo demagogia, ignorando le difficoltà quotidiane di chi abita in aree montane e deve affrontare costi più alti per servizi, trasporti, sanità e istruzione. Nel testo approvato – aggiunge - si prevede, ad esempio, che medici e altro personale sanitario che scelgono di operare nei comuni montani possano ottenere un credito d’imposta legato all’affitto o all’acquisto di casa fino a 2.500 euro all’anno. È un passo, ma drammaticamente modesto: è verosimile che un medico possa essere incentivato a venire in montagna per 2.500 euro all’anno? Queste detrazioni sono una goccia nell’oceano rispetto ai costi reali che comporta vivere in montagna. Pretendere che un credito d’imposta di poche migliaia di euro annui possa bastare significa fare propaganda e basta. Servirebbero incentivi molto più forti: percorsi di carriera credibili, stipendi compensativi adeguati, sistemazioni abitative e un livello di servizi che renda concretamente possibile e conveniente scegliere di lavorare in montagna».

Grave, secondo il Partito democratico il tentativo di far passare la legge come una svolta per i territori alpini.

«È un racconto che non regge davanti ai fatti – concludono Girelli, Roggiani e Iannotti -: mancano risorse certe, manca una visione di lungo periodo e soprattutto manca la volontà di affrontare in modo strutturale i problemi dello spopolamento, della sanità e della mobilità. Continuare a dipingere questo disegno di legge come un successo significa semplicemente illudere i cittadini».

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