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Giovedì 18 Settembre 2025
Provincia di Lecco, Hofmann: «Dialogo e grandi opere. Sono a disposizione per un bis»
L’intervista alla presidente di Villa Locatelli. «Con Palazzo Bovara un dialogo difficile, serve maggior collaborazione»
Lecco
«La mia disponibilità a ricandidarmi rappresenta una logica continuità con il lavoro fatto finora, esattamente come accade per un sindaco che affronta il suo secondo mandato. Ho la possibilità di proseguire il servizio ai Comuni e ai cittadini del territorio mettendo a frutto l’esperienza, la consapevolezza e i risultati di questi quattro anni. La mia disponibilità è sul tavolo».
La presidente della Provincia, Alessandra Hofmann, rompe gli indugi e annuncia la propria volontà di riproporsi alla guida di Villa Locatelli.Un percorso che dovrà passare dal voto di tutti i sindaci e i consiglieri comunali del territorio lecchese. Verosimilmente tra febbraio e marzo.
Presidente, cosa porta in dote nel ricandidarsi a un mandato bis?
Anzitutto credo, in questi quattro anni di lavoro, di essere stata rappresentazione civica della Provincia. Con i consiglieri, tutti i consiglieri, c’è stato dialogo, ascolto globale e risposte concrete, andando oltre l’appartenenza politica e dando risposte a ogni singolo Comune. Abbiamo approvato 236 delibere di consiglio, di cui 158 (il 67%) all’unanimità. Un segno evidente. Mozioni e interpellanze sono state sporadiche: quando qualcosa non andava, si ricorreva soprattutto ai question time, in un rapporto di confronto costante tra presidente e consiglieri.
Ci consenta un po’ di malizia. Tutto questo afflato non si è visto però con il Comune di Lecco.
Devo ammettere che le posizioni divergenti non sono mancate. Penso ad esempio al Quarto ponte, dove un’opera pubblica fondamentale è diventata, per la giunta Gattinoni, un’occasione di polemica politica. Francamente mi spiace questa dialettica non sempre lineare. Credo fortemente nella collaborazione e nella sinergia tra Comune e Provincia. La risposta che riceviamo potrebbe essere diversa e credo che parte del nostro ruolo di cabina di regia del territorio sia anche dovuto al fatto che il Comune ha per certi versi dialogato molto poco fuori dai suoi steccati territoriali e politici.
Andando sui temi concreti, quali sono stati gli elementi caratterizzanti del suo mandato?
I Comuni medio-piccoli hanno bisogno di competenze. Muovendo i passi da questa valutazione, abbiamo organizzato moltissimi incontri dedicati ai tecnici comunali anche per far fronte al tema del ricambio generazionale e della difficoltà di reperire personale. Settimana prossima saremo la prima provincia a organizzare un Job Day per la PA, proprio per favorire l’incontro tra domanda e offerta.
In termini di macchina e uffici?
Nonostante la Provincia sia rimasta nel limbo istituzionale che ben conosciamo, siamo riusciti ad attrarre funzioni e a far sentire il personale parte di un ente vivo, con passione e dedizione. Siamo riusciti a destinare risorse importanti sulla manutenzione di strade e scuole. Sul taglio del verde ad esempio: per le strade siamo passati da una a circa 3 passaggi l’anno, sulle scuole da 3 a circa 6. La gestione delle manutenzioni ora è molto più regolare e puntuale. Sono attivi diversi cantieri per nuove palestre e partirà l’anno prossimo una significativa riqualificazione del Bertacchi per circa 4 milioni. Aggiungo che, per la prima volta, la Provincia partecipa agli Emblematici maggiori di Cariplo, segno anche di una capacità di interloquire con le istituzioni e lavorare come sistema Lecco.
Parliamo del Dna provinciale. Sempre più turismo o l’impresa resta preponderante?
La nostra provincia nasce come territorio operoso e industriale, e anche se oggi il turismo è importante, dobbiamo continuare a supportare le imprese nel loro processo di trasformazione. Abbiamo lavorato con le scuole e definito un nuovo indirizzo meccanico-meccatronico al Viganò, in collaborazione con le aziende. Siamo riusciti a vincere diversi bandi sulla cultura e, in termini di sistema museale, abbiamo raddoppiato il numero di realtà comprese nella filiera. Un capitolo a parte merita Villa Monastero, che rappresenta la bellezza culturale della nostra provincia. Cito un dato che mi pare significativo. Dal 2009 al 2021 è stato investito un milione di euro. Dal 2021 al 2025, ben quattro. La villa è diventata sede di cultura e promozione territoriale.
E poi ci sono le infrastrutture. Nessun tema chiave dipende direttamente da Villa Locatelli. Ma le ricadute, quelle sì, sono tutte territoriali.
La nuova Lecco-Bergamo è un progetto complesso che si trascina da anni: dobbiamo lavorare fin da ora per programmare il lotto successivo. Partirà il cantiere della ciclopedonale tra Lecco e Abbadia. Riteniamo sempre prioritario il prolungamento della tangenziale, come del resto è necessario procedere sul ponte di Paderno. I collegamenti est-ovest, verso la Bergamasca (dove Orio al Serio è ormai hub di primo livello) e verso Como sono essenziali tanto quanto quelli nord-sud. Le Olimpiadi hanno ovviamente dato una spinta decisiva al tema infrastrutture. Sta a noi mantenere i contatti diretti con il Ministero, e pensare fin da ora al prossimo decennio.
L’anno prossimo si vota anche a Palazzo Bovara e il centrodestra deve ancora scegliere il proprio candidato. La sua disponibilità a Villa Locatelli spariglia qualche carta?
Mi riconosco nel ruolo di amministratore di area di centrodestra, ma la mia intenzione è quella di rappresentare tutti gli amministratori, al di là delle appartenenze politiche. Lo dico non per il pudore di rifiutare le etichette, ma perché davvero non ne ho. La mia intenzione è di rappresentare tutti i Comuni e, nell’ambito del centrodestra, l’intero ventaglio che, con una lista unitaria animata da diverse sensibilità mi ha sostenuto durante tutto il mandato. Mi infastidisce che da altri mi vengano affibbiate appartenenze.
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