E’
iniziata
la
41/ma spedizione italiana
in
Antartide
, con una campagna che coinvolgerà circa
200 fra ricercatori e tecnici
con progetti in
glaciologia
,
geologia
,
climatologia
,
biodiversità
e
oceanografia
. Chiusa dal febbraio 2024, come ogni anno durante l'inverno anytartico, la base Zucchelli è nuovamente operativa e i primi tecnici, rende noto l'Enea, sono già al lavoro per verificare le condizioni del ghiaccio marino dove dovrà essere preparata la pista di atterraggio per i voli del C130J dell’Aeronautica Militare, che dovranno portare alla base altro personale e materiali.
Anche questa missione è condotta nell’ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (Pnra), finanziata dal ministero dell’Università e della Ricerca e gestita dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) per il coordinamento scientifico, dall’Enea per logistica e dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (Ogs) per la gestione della nave rompighiaccio Laura Bassi.
Nella
base Zucchelli
sono previsti in questa campagna “
interventi di ammodernamento
”, come la riqualificazione della viabilità interna, la manutenzione del molo e opere per ospitare nuovi impianti tecnici, dice Elena Campana, responsabile dell’Unità Tecnica Antartide dell’Enea. Interventi di manutenzione sono previsti anche nella base italo-francese Concordia, sul plateau antartico.
Complessivamente partecipano alla campagna 2025-2026 114 ricercatori e tecnici presso la base Zucchelli, 5 presso la ase Concordia, 51 a bordo della nave Laura Bassi, 20 militari e 3 vigili del fuoco. Sono impegnati in 14 tra progetti e osservatori permanenti su ambiente e cambiamenti climatici, biodiversità, studio dei movimenti della crosta terrestre, astronomia, astrofisica e meteorologia spaziale. A inizio novembre si prevede l’inizio della campagna estiva nella
base Concordia
, con un equipaggio di
12 ricercatori e tecnici
(
5 italiani, 6 francesi e 1 britannico
) che per un anno lavoreranno nella base, anche durante l’inverno antartico.
Sempre a Concordia, a 35 chilometri dalla base, rientrerà in funzione il campo della stagione conclusiva del progetto internazionale “
Beyond Epica Oldest Ice
”, cofinanziato dalla Commissione europea e coordinato dall’Istituto di scienze polari del Cnr (Cnr-Isp).
“Grazie a queste nuove ricerche, approfondiremo la conoscenza del clima di questo delicato e prezioso ecosistema e indagheremo l’impatto che le attività umane possono avere anche in luogo così remoto e isolato”, ha osservato Giuliana Panieri, direttrice del Cnr-Isp.
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