
Lo sciame sismico iniziato alle 12,07 ai Campi Flegrei si è manifestato con almeno 35 terremoti in circa 4 ore, il forte dei quali è stato quello di magnitudo 4,4 delle 12,07, seguito da un sisma di magnitudo 3,5 alle 12,22 e poi da un terremoto di magnitudo 3,3 alle 14,58. A dare inizio allo sciame era stata la scossa di magnitudo 2,1, che aveva preceduto di pochi istanti il terremoto più violento, il cui epicentro era in mare, molto in prossimità della costa a Ovest del Rione Terra. A fotografare la situazione attuale ai Campi Flegrei sono i dati registrati dagli strumenti dell'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
Tutti i terremoti sono avvenuti alla profondità di circa 2,7 chilometri, "una profondità sempre più interessata da queste energie maggiori", ha detto la direttrice del dipartimento Vulcani dell'Ingv Francesca Bianco. "Il valore del sollevamento del suolo nelle ultime settimane - ha aggiunto - è stimato intorno a 1,5 centimetri e ad ora non è stato osservato un incremento nella velocità di sollevamento". Anche per il direttore dell'Osservatorio vesuviano dell'Ingv, Mauro Di Vitpo "la dinamica è "simile da mesi, con l'energia che si accumula fino a causare la rottura della roccia. Tutta l'area si sta deformando e la sismicità si sta concentrando nelle zone di Solfatara, Monte Nuovo e nella zona costiera del golfo di Pozzuoli".
Non ci sono ad ora nemmeno segnali che il magma stia risalendo verso la superficie: "il magma non c'è entro i primi 3-4 chilometri dalla superficie, ma - ha detto Bianco - in profondità il magma è attivo". Quest'ultimo, ha aggiunto "sta certamente producendo fluidi magmatici", ossia gas come l'anidride carbonica che vengono osservati dal 2022, e come il monossido di carbonio legato alle condizioni di temperatura e pressione del sistema idrotermale. Sono soltanto questi ultimi, attualmente, a risalire verso la superfice.
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