Jacopo Merizzi, una vita in verticale

Il libro Il Cai ha pubblicato una raccolta di racconti del sassista, alpinista, guida alpina e archeologo «onoratissimo di essere stato contattato». L’amore per la Val di Mello e la speranza di rilanciare Chiareggio

sondrio

Brillano gli occhi a Jacopo Merizzi, 65 anni, di Sondrio, guida alpina iscritta all’albo dei professionisti della Lombardia da quando aveva 18 anni, quando parla del suo ultimo libro “La vita negli occhi”.

»Nell’alta Valmalenco occorre un cambio di passo»

Un volume fresco di pubblicazione, stampato ad aprile per i tipi del Cai, Club alpino italiano, nella collana “Personaggi” per la quale si era già spesi altri mostri sacri dell’alpinismo nostrano come Bianca di Beaco, Massimo Mila, Renato Chabod, Lorenzo Revojera, Silvia Metzeltin, Linda Cottino e Giovanna Zangrandi.

Ironia

«Onoratissimo di essere stato contattato dal Cai per assemblare i racconti della mia vita da alpinista scritti nel corso degli anni - dice Jacopo Merizzi - ma ad un certo punto, preso dalla curiosità, sono andato a leggere la biografia dei personaggi che mi avevano preceduto nelle pubblicazioni e mi sono accorto che erano tutti morti. Allora mi è montata una certa ansia - dice, con la consueta ironia, Merizzi - ed ho chiamato la segreteria del Cai per chiedere se il libro fosse veramente in pubblicazione, perché non volevo fare la fine di tutti gli altri e mandarlo in stampa postumo. E lì mi hanno assicurato che il problema non si sarebbe posto perché il volume sarebbe uscito di lì a poco e, così, devo dire, è stato».

«Deve diventare come il Parco del Bernina per fare turismo di qualità»

«Sono stati di parola ed ora, vivo e vegeto, anche se un po’ più confuso di alcuni anni fa, sono qui col mio libro in mano, felice - confessa - anche del fatto che un amico, una persona famosa e grande appassionata di montagna come Mauro Corona abbia voluto promuoverlo recentemente su Rete 4, nel programma di Bianca Berlinguer. Sono rimasto favorevolmente colpito da tutto ciò e lo ringrazio molto».

Corona ha infatti insistito nella promozione del libro di Merizzi, invitando i telespettatori a leggerlo con attenzione.

«Ho guardato la collana e ho visto che gli autori sono tutti morti»

E con piacere, perché la scrittura di Merizzi, che oltre ad essere guida alpina ed appassionato di arrampicata, di sassismo, di esplorazione e di archeologia, è anche giornalista pubblicista, è fluida, scorre sulla carta come il suo fautore scorre sulle pareti verticali che ha frequentato e continua a frequentare.

Più orizzontale

Ora magari un po’ meno verticali, precisa Merizzi, perché col passare degli anni e, ancor più dopo il terribile incidente del 21 gennaio 2010, ha scelto una dimensione più orizzontale e si dedica di più all’esplorazione di grotte marine e all’archeologia. Però dal volume, l’amore per l’avventura, per la parete, per il ghiaccio, e soprattutto per la Val Masino, trasuda tutto.

«Felicissimo che Mauro Corona abbia voluto promuoverlo in televisione»

E anche il piacere di intraprendere le ascensioni in compagnia di amici, in primis quelli che hanno fatto la storia del sassismo della Val di Mello, come i fratelli Masa, Olivo Tico, Popi Miotti, Antonio Boscacci, Livio Lenatti. Una battaglia per la conservazione della Val di Mello che Merizzi ha fatto propria lottando fino all’ultimo respiro e oggi è felice di averla vinta, è felice che la Val di Mello sia rimasta integra.

Il cruccio

Ma un altro cruccio lo sta assalendo, ed è quello per la conservazione di un’area stupenda che ben conosce e dove ha un bed and breakfast, qual è l’alta quota malenca con la sua perla, Chiareggio.

«É un paradiso, un angolo di mondo incantevole - dice Merizzi - che però non ci si decide a valorizzare. Occorre fare un salto di qualità, occorre un cambio di passo sull’alta Valmalenco. Deve diventare un parco, il Parco del Bernina - la sua idea - e come tale deve essere veicolato. Allora sì che si può fare turismo di qualità, senza nulla perdere, perché tanto siamo sopra i 1.600 metri di quota e, già, le leggi in vigore impongono una serie di restrizioni per cui un eventuale ente parco non andrebbe ad incidere più di tanto».

C’è una gran voglia di lottare per la conservazione, ma anche il rilancio del proprio territorio, in Merizzi, che nonostante sia praticamente redivivo - è scampato per miracolo ad un gravissimo incidente in montagna nella Valle del Braulio, che gli ha provocato 55 fratture ed un principio di ipotermia - è assolutamente sul pezzo.

E l’invito è a leggere questo suo ultimo libro, non l’unico, perché si è già prodotto in passato, in quanto narra le sue incredibili vicissitudini a tutte le latitudini.

C’è la Val di Mello ma c’è anche l’Albania, l’Antartide, lo Yosemite e, poi, la Valmalenco, con le grotte del Cormor e tutto il resto. Duecento pagine introdotte da due uomini di montagna doc come Andrea Gobetti e Marco Albino Ferrari.

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