
Nuovi antibiotici sono stati scoperti nei microrganismi più antichi del pianeta, gli Archaea . Il risultato, ottenuto con l'aiuto dell'intelligenza artificiale, è pubblicato sulla rivista Nature Microbiology dal gruppo della University of Pennsylvania guidato da César de la Fuente.
Distinti sia dai batteri che dagli eucarioti, il dominio che include piante, animali e funghi, gli
Arachaea differiscono dagli altri organismi
a livello genetico, nelle membrane cellulari e nella biochimica. Grazie a questa differenze
riescono a sopravvivere
in alcuni degli
ambienti più estremi della
Terra
, come le
sorgenti idrotermali
che si trovano nelle profondità degli oceani, utilizzando forme di energia come l’idrogeno. Per queste caratteristiche uniche, gli Archaea costituiscono una
fonte
ancora
in gran parte inutilizzata
per trovare
nuove molecole
utili in ambito medico.
“Ci siamo avvicinati agli Archaea perché hanno dovuto sviluppare
difese biochimiche
in
ambienti insoliti
”, ha detto Marcelo Torres, uno dei ricercatori coinvolti nello studio. “Se sono
sopravvissuti per miliardi di anni
in quelle condizioni, forse hanno
sviluppato modi unici
per combattere i concorrenti microbici, e forse potremmo imparare da loro”. Per capirlo i ricercatori hanno
analizzato
le
sequenze genetiche
di
233 specie
di Archaea e, con l'aiuto dell'intelligenza artificiale, hanno
identificato oltre 12.000 candidati antibiotici
.
Alcune di queste molecole che sono state chiamate ‘
archaeasine
’ e
sperimentate
con successo in
colture batteriche
e sembrano attaccare i batteri in modi differenti rispetto agli antibiotici finora noti. I ricercatori prevedono ora di eseguire test su modelli animali e parallelamente proseguire, migliorando anche il modello di IA, la ricerca di nuove molecole. “Questo è solo l'inizio: gli Archaea sono una delle forme di vita più antiche e – ha detto de la Fuente – hanno chiaramente molto da insegnarci su come superare in astuzia i patogeni che affrontiamo oggi”.
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