
Biodiversità
e
fondali
sono gli
aspetti in assoluto meno noti degli oceani
e che è
urgente tutelare
per
evitare danni irreparabili
: è questa una delle principali
sfide
della Terza
conferenza della Nazioni Unite sull'oceano
in programma
dal 9 al 13 giugno
a
Nizza
, organizzata congiuntamente da Francia e Costa Rica. "E' un
appuntamento essenziale per il pianeta
, considerando che l'oceano è minacciato da riscaldamento globale, inquinamento da microplastiche e dall'acidificazione", ha osservato l'ambasciatore di Francia in Italia presentando il convegno a Roma, a Palazzo Farnese, in occasione della manifestazione "La notte delle idee".
Una delle questioni più urgenti sul tavolo della conferenza di Nizza sarà il tema dello
sfruttamento dei fondali
, "da affrontare in modo
virtuoso
e senza danneggiare l'ambiente", ha osservato Olivier Poivre d'Arvor, inviato speciale del presidente della Repubblica francese alla conferenza di Nizza e ambasciatore di Francia per i poli e l'oceano del ministeto degli Esteri francese.
Quello di Nizza è un tavolo nel quale "
anche l'Italia farà la sua parte
", ha detto Catherine Flumiani, inviata speciale dl ministero degli Esteri italiano per la dimensione internazionale del mare.Gli oceani sono "una priorità che l'Italia sta difendendo", ha aggiunto riferendosi al Piano del mare approvato nel 2023. Fra gli obiettivi che l'Italia intende portare a Ginevra è valorizzare il Mediterraneo, decarbonizzare i trasporti e per il futuro si punta a incrementare la ricerca sugli oceani.
"Proteggere l'oceano è una questione vitale" anche per l'ambasciatore di Costa Rica in Italia, Istvan Alfaro Solano, che vede nella conferenza di Nizza l'occasione per promuovere lo sviluppo dell'economia blu e della ricerca.
Di conoscenze sul mare c'è davvero bisogno considerando che "
meno dello 0,001%
dei
fondali oceanici oltre i 2.000 metri di profondità
è stato
mappato finora
", ha osservato il presidente dell'Istituto francese di ricerca marittima (Ifremer), François Houllier. Per quanto riguarda la
biodiversità
la situazione non è molto diversa, con
240.000 specie individuate
su una
quantità complessiva impossibile da determinare
. "Abbiamo
conoscenze insufficienti
" ha rilevato. Se non ci sono dubbi sugli effetti del riscaldamento globale sugli oceani, "serve
cautela
" per proteggere fondali marini e biodiversità.
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