Ansa Tecnologia
Sabato 01 Novembre 2025
Una tecnica apre alla produzione di organoidi su larga scala
Una
nuova tecnica
promette di rendere
più facile
ottenere
organi
destinati ai
trapianti
a partire dagli
organoidi
, aggregati di cellule coltivati in laboratorio che riproducono le caratteristiche di tessuti e organi. Il primo esperimento è
pubblicato
sulla rivista Nature Biomedical Engineering dall'Istituto spagnolo di Bioingegneria della Catalogna e ha combinato in laboratorio organoidi umani di rene con reni di maiali. Quindi gli organi così ottenuti sono stati trasferiti nell'animale, dove sono risultati vitali.
In futuro
la stessa
tecnica
potrebbe essere
applicata a organi umani
, per
ripararli e rigenerarli
utilizzando gli
organoidi
. Il risultato costituisce un
passo in avanti
per la
medicina rigenerativa
e
personalizzata
e promette di aumentare il numero di organi destinati ai trapianti, riducendo in futuro i tempi di attesa per i pazienti.
Gli organoidi,
pur non essendo organi completi
, riescono a
riprodurre
molte delle principali
strutture e funzioni dell'organo
. Per questo motivo fin dall'inizio sono stati una
grande promessa
non solo per la ricerca si molte malattie e la sperimentazione di farmaci, ma per i trapianti. Tuttavia
farli crescere in laboratorio
attualmente richiede
molto tempo
.
I ricercatori coordinati da Núria Montserrat, attualmente ministro della Ricerca e dell'Università del Governo della Catalogna, hanno messo a punto un metodo basato su
tecniche di ingegneria genetica
che consente di ottenere
migliaia di organoidi renali in poco tempo
e con grande
precisione
.
I
primi esperimenti
sono stati condotti
combinando organoidi umani con reni di maiale
collegati a macchine 'di perfusione normotermica', dispositivi comunemente utilizzati per mantenere gli organi vitali e funzionali dopo il prelievo facendovi circolare un liquido arricchito di ossigeno e nutrienti a temperatura corporea. In questo modo, gli autori dello studio hanno potuto controllare l'organo in tempo reale e rilevare immediatamente eventuali segni di danno o rigetto.
A distanza di 48 ore dal trapianto, gli
organoidi umani
sono rimasti integrati nel tessuto suino, hanno
continuato a funzionare normalmente
e non hanno innescato alcuna risposta immunitaria significativa. Secondo i ricercatori, i risultati ottenuti permettono di immaginare un futuro nel quale gli organi destinati al trapianto possano essere preparati e riparati prima dell'intervento chirurgico.
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