
Un
trattamento a infrarossi
superveloce della durata di appena
mezzo secondo
apre ai
fogli solari
del futuro, che potranno essere
integrati negli edifici
o entrare a far parte dei
dispositivi indossabili
: il gruppo di ricerca guidato dal Politecnico di Losanna (Epfl), che ha visto la partecipazione del Politecnico di Milano, ha messo a punto una
nuova
tecnica basata sugli infrarossi e sull’aggiunta di una particolare
molecola chiamata Tempo,
che rende le
celle solari
molto
più leggere
,
efficienti
e soprattutto
resistenti nel tempo
.
Lo studio,
pubblicato
sulla rivista Joule, propone una soluzione innovativa e
compatibile
con la
produzione industriale
, che supera almeno in parte il problema principale delle celle solari a perovskite: la velocità con cui si degradano, arrivando a perdere anche l'80% dell'efficienza iniziale nelle prime 500 ore di utilizzo. Nonostante ciò, le celle solari a perovskite rappresentano una delle tecnologie più promettenti per il fotovoltaico del futuro, per la loro migliore efficienza nel convertire la luce solare in energia.
L’approccio sviluppato dai ricercatori guidati da Sandy Sánchez-Alonso ha permesso di
riparare
difetti
cristallini interni
quasi invisibili,
aumentando
l
’efficienza
delle celle di
oltre il 20%
e mantenendola
stabile per diversi mesi
. “Il processo proposto è rapido, privo di solventi e compatibile con la produzione industriale”, commenta Rafael Ferragut del Politecnico di Milano, co-autore dello studio: “Questo rende la tecnologia promettente non solo in laboratorio”.
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