
Ansa Tecnologia
Mercoledì 21 Maggio 2025
Bene i primi test di una terapia contro il tumore più comune nei bambini
È stata
sperimentata
nei
topi
e in
cellule umane
coltivate in laboratorio una
nuova terapia
contro il
tumore più comune nei bambini
, la
leucemia linfoblastica acuta di tipo B
: prevede la
combinazione di due farmaci
che portano alla morte le cellule maligne, e promette di essere molto
meno tossica
rispetto alle terapie attuali, che solitamente prevedono anni di chemioterapia, e più efficace per adolescenti e adulti, nei quali i risultati sono spesso peggiori. I risultati sono
pubblicati
sulla rivista Nature Communications dall’Università britannica di Cambridge, che prevede di
iniziare
la
sperimentazione clinica
.
La leucemia linfoblastica acuta di tipo B è un
tumore del sangue aggressivo
che coinvolge i linfociti B, ossia i globuli bianchi che svolgono un importante ruolo nel sistema immunitario. È caratterizzata da un
accumulo incontrollato di linfociti B immaturi nel sangue
, che può anche diffondersi ad altri organi. Le terapie attuali si concentrano sulla distruzione di queste cellule maligne e allo stesso obiettivo hanno puntato anche i ricercatori coordinati da Brian Huntly e Simon Richardson.
La terapia in corsi di sperimentazione si basa sull’assunzione di due farmaci contemporaneamente, le molecole venetoclax e l’inobrodib.
Il
venetoclax
è già impiegato per curare una patologia correlata, la leucemia mieloide acuta, e agisce costringendo le cellule ad avviare l’apoptosi, una forma di morte programmata. Il problema è che alcune cellule mostrano una mutazione nel gene Crebbp che le rende più resistenti: per questo motivo, gli autori dello studio hanno aggiunto alla terapia anche l’
inobrodib,
che è in grado proprio di spegnere questo gene. L’esito è anche in questo caso la morte cellulare, ma attraverso un meccanismo diverso chiamato
ferroptosi
, nel quale le cellule soccombono a causa dei danni estesi alle loro membrane. “Si tratta di risultati molto promettenti – dice Huntly – e siamo ottimisti sul fatto che vedremo effetti simili nei pazienti”.
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