Con
nuove stazioni di monitoraggio
e
boe di rilevamento
, continua a
crescere
il
Sistema nazionale di allerta maremoti (Siam)
, costituito dal Dipartimento della Protezione Civile, dal Centro allerta tsunami dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. A fare il punto sulle attività dell'ultimo anno è l'Ingv in occasione della
Giornata mondiale sulla consapevolezza degli tsunami
, istituita nel
2015
dalle
Nazioni Unite
in memoria della
grande onda
che colpì il
Giappone
il
5 novembre 1854
.
Nel
2025
il
Siam
ha portato a termine
numerose iniziative
che hanno coinvolto l’
intera catena del sistema di allerta maremoti
, dalla componente
tecnologica
a quella
logistica
e di
comunicazione
. Le attività hanno riguardato il
monitoraggio sismico e marino
, l’analisi dei segnali del
livello del mare
e lo sviluppo di nuove metodologie per la
rilevazione precoce
di possibili tsunami. Parallelamente, sono state promosse azioni di
sensibilizzazione
e
formazione
rivolte alla
popolazione
, attraverso progetti europei e nazionali.
Tra le attività svolte, Cat-Ingv ha installato
nuove boe
di rilevamento tsunami: una a largo di
Stromboli
, di fronte alla
Sciara del Fuoco
, che consente di rilevare anche
maremoti generati da eventi non sismici
, e
due
in
profondità
nel Mar Ionio, le prime capaci di rilevare in tempo reale onde anomale in alto mare. L’Ispra ha completato l’installazione di
nuove stazioni
di
monitoraggio
lungo le
coste italiane
, migliorando i
sistemi di acquisizione
,
trasmissione
e
condivisione dei dati
. Ha inoltre avviato una campagna di rilevamenti topobarimetrici ad alta risoluzione lungo la fascia costiera nazionale, cruciali per la
pianificazione costiera
e la
gestione del rischio
. In merito agli tsunami generati dall’attività vulcanica, sulle isole di
Stromboli
e
Panarea
il Dipartimento della Protezione Civile ha promosso l’attivazione, in
fase sperimentale
, di un
nuovo sistema
di
allarme acustico
.
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