
Ansa Tecnologia
Giovedì 31 Luglio 2025
Dai satelliti Starlink interferenze impreviste sui radiotelescopi
Circa il
30%
dei
dati
raccolti dai
radiotelescopi
sono
sporcati dai satelliti Starlink
: lo indica la più grande analisi di questo tipo mai fatta finora e coordinata da Dylan Grigg, della Curtin University.
Pubblicato
sulla rivista Astronomy & Astrophysics, lo studio sottolinea come
gran parte
delle
interferenze
siano dovute a
emissioni non intenzionali
da parte dei satelliti, ma sufficienti a creare
problemi al futuro grande radiotelescopio Ska
.
Lo studio ha realizzato
un’analisi dei disturbi
registrati nel cielo in
diverse bande di frequenze
delle onde radio, oltre
76 milioni di analisi
fatte in
29
giorni
usando una stazione di rilevamento ideata come un prototipo del radiotelescopio Ska, il
progetto internazionale per lo studio dell’universo
che vede la partecipazione di
13 Paesi tra cui l’Italia
e un
investimento complessivo di circa 2 miliardi di euro
.
La ricerca indica che circa il
30% delle immagini
hanno subito
interferenze
da parte dei satelliti Starlink,
la costellazione di SpaceX per le comunicazioni
composta da circa 7.000 satelliti. Disturbi che mettono a rischio l’efficacia di Ska anche e soprattutto perché gran parte di queste
emissioni radio
, su
frequenze che dovrebbero teoricamente essere vietate
proprio per evitare di creare disturbi, sarebbero
non intenzionali
. Emissioni radio indesiderate che secondo gli autori dello studio potrebbero provenire dall’
elettronica di bordo
e che “poiché non fanno parte di un segnale intenzionale, gli astronomi non possono facilmente prevederle o filtrarle”, ha detto Grigg.
“È importante notare che Starlink non viola le normative vigenti quindi non sta facendo nulla di sbagliato”, osserva Steven Tingay, uno degli autori dello studio e direttore esecutivo dell’Istituto Curtin di Radio astronomia . “Le discussioni che abbiamo avuto con SpaceX sull'argomento sono state costruttive – ha aggiunto – ci auguriamo che questo studio contribuisca a sostenere gli sforzi internazionali per
aggiornare
le
politiche che regolano
l'impatto di questa tecnologia
sulla ricerca radioastronomica attualmente in corso”.
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