Dai satelliti Starlink interferenze impreviste sui radiotelescopi

Circa il 30% dei dati raccolti dai radiotelescopi sono sporcati dai satelliti Starlink : lo indica la più grande analisi di questo tipo mai fatta finora e coordinata da Dylan Grigg, della Curtin University. Pubblicato sulla rivista Astronomy & Astrophysics, lo studio sottolinea come gran parte delle interferenze siano dovute a emissioni non intenzionali da parte dei satelliti, ma sufficienti a creare problemi al futuro grande radiotelescopio Ska .

Lo studio ha realizzato un’analisi dei disturbi registrati nel cielo in diverse bande di frequenze delle onde radio, oltre 76 milioni di analisi fatte in 29 giorni usando una stazione di rilevamento ideata come un prototipo del radiotelescopio Ska, il progetto internazionale per lo studio dell’universo che vede la partecipazione di 13 Paesi tra cui l’Italia e un investimento complessivo di circa 2 miliardi di euro .

La ricerca indica che circa il 30% delle immagini hanno subito interferenze da parte dei satelliti Starlink, la costellazione di SpaceX per le comunicazioni composta da circa 7.000 satelliti. Disturbi che mettono a rischio l’efficacia di Ska anche e soprattutto perché gran parte di queste emissioni radio , su frequenze che dovrebbero teoricamente essere vietate proprio per evitare di creare disturbi, sarebbero non intenzionali . Emissioni radio indesiderate che secondo gli autori dello studio potrebbero provenire dall’ elettronica di bordo e che “poiché non fanno parte di un segnale intenzionale, gli astronomi non possono facilmente prevederle o filtrarle”, ha detto Grigg.

“È importante notare che Starlink non viola le normative vigenti quindi non sta facendo nulla di sbagliato”, osserva Steven Tingay, uno degli autori dello studio e direttore esecutivo dell’Istituto Curtin di Radio astronomia . “Le discussioni che abbiamo avuto con SpaceX sull'argomento sono state costruttive – ha aggiunto – ci auguriamo che questo studio contribuisca a sostenere gli sforzi internazionali per aggiornare le politiche che regolano l'impatto di questa tecnologia sulla ricerca radioastronomica attualmente in corso”.

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