Fusione, rivive in Italia una teoria di oltre mezzo secolo fa

Tra vecchi articoli , manoscritti e laboratori all'avanguardia , rivive una teoria sulla fusione nucleare nata più di mezzo secolo fa , bloccata durante la Guerra fredda e desecretata solo negli anni '90. A riprendere quei documenti degli anni '50 in cerca di idee utili a costruire reattori a fusione basati su un nuovo concetto è stato il gruppo del dipartimento di Fisica e astronomia "G. Galilei" dell'Università di Padova guidato da Lorenzo Fortunato.

Il vecchio concetto di fusione, che adesso trova vita nuova grazie all'articolo pubblicato sulla rivista Nuclear Physics A, prevede la combustione di deuteruro di litio-6 solido a temperatura ambiente con neutroni . Il processo è chiamato ' ciclo di Jetter ' dal nome del fisico Ulrich Jetter, che l'aveva proposto, e a renderlo interessante è la possibilità di bypassare uno dei problemi maggiori degli impianti a fusione, ossia il confinamento del gas dalle temperature altissime che viene prodotto dalle reazioni di fusione ( plasma ), che richiede magneti molto potenti per impedire il contatto fra il plasma e le pareti del reattore.

Lavorando con i suoi studenti e con ricercatori dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Fortunato ha studiato la possibilità di reazioni nucleari indotte da fasci di neutroni nei cristalli di litio , "utilizzando moderne compilazioni di dati nucleari". I dati relativi alle simulazioni sono liberamente accessibili sul Data Repository dell'Università di Padova e gli esperimenti possono quindi essere riprodotti.

I risultati sono incoraggianti : in uno scenario ideale, che non considera le perdite energetiche del movimento degli ioni carichi nella materia, "si ottiene un enorme potenziale di rilascio di energia", si legge in una nota dell'Università di Padova. Un secondo scenario più realistico, che include l'effetto di frenamento delle particelle cariche, ridimensiona la produzione di energia, ma indica che la tecnica potrebbe essere "un migliaio di volte più vantaggiosa rispetto all'energia ottenuta, per esempio, dalla combustione chimica", si legge ancora e "senza rilasciare radiazioni pericolose".

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