
Ansa Tecnologia
Lunedì 29 Settembre 2025
Fusione, rivive in Italia una teoria di oltre mezzo secolo fa
Tra
vecchi articoli
,
manoscritti
e
laboratori all'avanguardia
, rivive una
teoria sulla fusione nucleare
nata più di
mezzo secolo fa
, bloccata durante la Guerra fredda e desecretata solo negli anni '90. A riprendere quei documenti degli anni '50 in cerca di idee utili a costruire reattori a fusione basati su un nuovo concetto è stato il gruppo del dipartimento di Fisica e astronomia "G. Galilei" dell'Università di Padova guidato da Lorenzo Fortunato.
Il vecchio concetto di fusione, che adesso trova vita nuova grazie all'articolo
pubblicato
sulla rivista Nuclear Physics A, prevede la combustione di
deuteruro di litio-6 solido
a
temperatura ambiente
con
neutroni
. Il processo è chiamato '
ciclo di Jetter
' dal nome del fisico Ulrich Jetter, che l'aveva proposto, e a renderlo interessante è la
possibilità di bypassare
uno dei problemi maggiori degli impianti a fusione, ossia il
confinamento
del gas dalle temperature altissime che viene prodotto dalle reazioni di fusione (
plasma
), che richiede magneti molto potenti per impedire il contatto fra il plasma e le pareti del reattore.
Lavorando con i suoi studenti e con ricercatori dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Fortunato ha studiato la possibilità di reazioni nucleari indotte da
fasci di neutroni
nei
cristalli di litio
, "utilizzando moderne compilazioni di dati nucleari". I dati relativi alle simulazioni sono liberamente accessibili sul Data Repository dell'Università di Padova e gli esperimenti possono quindi essere riprodotti.
I
risultati
sono
incoraggianti
: in uno scenario ideale, che non considera le perdite energetiche del movimento degli ioni carichi nella materia, "si ottiene un enorme potenziale di rilascio di energia", si legge in una nota dell'Università di Padova. Un secondo scenario più realistico, che include l'effetto di frenamento delle particelle cariche, ridimensiona la produzione di energia, ma indica che la tecnica potrebbe essere "un migliaio di volte più vantaggiosa rispetto all'energia ottenuta, per esempio, dalla combustione chimica", si legge ancora e "senza rilasciare radiazioni pericolose".
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