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Sabato 31 Maggio 2025
Gli uccelli nidificavano nell’Artico già all’epoca dei dinosauri
  L’
  
   Artico
  
  , considerata la
  
   nursery di mole specie di uccelli
  
  , svolge questa funzione da molto più tempo di quanto si pensasse: animali simili a gabbiani, esemplari tuffatori che assomigliavano agli attuali svassi e specie che ricordano le anatre e oche moderne nidificavano in queste zone già all’epoca dei dinosauri,
  
   73 milioni di anni fa
  
  . Lo indica lo studio guidato dall’Università dell'Alaska Fairbanks (Uaf) e dal suo Museo del Nord e
  
   pubblicato
  
  sulla rivista Science, che gli ha dedicato la copertina.
  
  
  La
  
   prima testimonianza
  
  di questo comportamento
  
   risaliva finora a circa 47 milioni di anni fa
  
  , molto dopo l’impatto dell’asteroide che mise fine ai dinosauri: la scoperta sposta dunque
  
   indietro di oltre 25 milioni di anni
  
  il momento nel quale gli
  
   uccelli
  
  hanno iniziato a
  
   migrare
  
  nelle
  
   regioni polari per riprodursi
  
  . “Gli
  
   uccelli esistono da 150 milioni di anni
  
  ”, sottolinea Lauren Wilson, prima autrice dello studio: “Perciò, per la
  
   metà del tempo
  
  in cui sono esistiti hanno
  
   nidificato nell'Artico
  
  ”.
  
  
  I ricercatori sono andati alla ricerca di
  
   fossili
  
  nella formazione di Prince Creek, in Alaska, utilizzando un metodo inusuale: normalmente i paleontologi si concentrano sul recupero di ossa di grandi dimensioni, mentre in questo caso hanno cercato di recuperare
  
   ogni frammento possibile
  
  , anche i più microscopici. Così facendo, sono riusciti a
  
   identificare
  
  un
  
   numero maggiore di specie
  
  di uccelli risalenti all’epoca dei dinosauri, trovando anche testimonianze di piccoli appena nati.
  
  
  “Trovare ossa di uccelli del Cretaceo è già una cosa molto rara – afferma ancora Wilson – ma trovare quelle appartenenti ad esemplari molto giovani è quasi senza precedenti: ecco perché questi fossili sono così significativi”. Le ossa dei piccoli sono infatti estremamente fragili e delicate, e ciò rende i ritrovamenti incredibili.
 
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