
Schizzi di
cera
, probabilmente di candele, sono stati individuati sulla
superficie pittorica
dell'
icona
'Gesù che porta la Croce', risalente al
XVIII secolo
e di proprietà dell'Istituto Ellenico di Studi Bizantini e Postbizantini di Venezia. Lo indicano le analisi che l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare ha condotto sull'opera, attualmente esposta al Palazzo Ducale di Venezia per la mostra 'L'Oro Dipinto. El Greco e la pittura tra Creta e Venezia'.
Le
indagini scientifiche
(condotte con con
tecniche non invasive
messe a disposizione dalla rete di laboratori 'Cultural Heritage Network' dell'Infn e dal Dipartimento di Fisica e Astronomia dell'Università di Firenze) hanno permesso di caratterizzare i
materiali originari impiegati
, le
tecniche di esecuzione
, la
natura del supporto ligneo
e lo
stato di conservazione
dell'opera, tutte informazioni utili non solo per un'approfondita
conoscenza dell'opera d'arte
, ma anche per adottare le
strategie di conservazione
più
appropriate
.
Il
supporto
dell'icona è stato analizzato tramite la
radiografia
, che ha permesso di identificare la tipologia di legno e valutarne lo stato di conservazione. La preparazione e i
materiali
usati per
dipingere
e
dorare
la tavola sono stati indagati con la
fluorescenza a raggi X
per immagini. Dato che uno stesso elemento può trovarsi in diversi composti, per poter identificare univocamente alcuni dei materiali impiegati, in alcuni punti sono state eseguite misure di
spettroscopia Raman
, tecnica capace di distinguere le molecole.
Con la
microscopia ottica
è stato infine possibile ottenere informazioni sullo
stato di conservazione
della
pellicola pittorica
e della
doratura
. Questa tecnica fornisce informazioni dettagliate sulla morfologia superficiale e su
particolari non visibili a occhio nudo
(come i
singoli grani di pigmento
), permettendo così di studiare la tecnica esecutiva e lo stato di conservazione. In questo studio è stato impiegato un microscopio portatile digitale, che ha permesso di evidenziare alcuni schizzi di cera, probabilmente di candele, rimasti sulla superficie pittorica.
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