Occorre
comprendere la guerra
per poter
costruire la pace
: così, in un
periodo di estesi conflitti
, l'Accademia dei Lincei intende contribuire a
riflettere
sul
potenziale distruttivo
degli
armamenti
disponibili, a cominciare da quelli
nucleari
e alla possibilità stessa che vi sia un futuro per l'umanità: così il presidente dell'Accademia dei Lincei, Roberto Antonelli, ha aperto i due giorni di confronto tra filosofi, giuristi, politologi, fisici ed economisti. "Oggi è più che mai urgente pensare alla
pace
come
necessaria
", ha osservato.
Le guerre che colpiscono l'Europa, come quella in Ucraina e quella a Gaza, "hanno messo profondamente in crisi l'Unione Europea e tutto quello che ad essa è legato, comprese le attività scientifiche e culturali"
L'obiettivo, ha sottolineato Antonelli, è "fornire un contributo: magari minimo, ma positivo, in un momento in cui la legge della forza e degli interessi economici, addirittura di vere e proprie famiglie governanti, sembra prevalere su ogni altro diritto". Per questo è opportuno "considerare le interrelazioni tra i vari aspetti di una
situazione estremamente complessa
, per
fornire strumenti
di
ragionevolezza
a dibattiti spesso frammentati e unilaterali".
Per il presidente dell'Accademia dei Lincei "è evidente l'
aumento esponenziale
dei
rischi
di
errori
o di
conflitti pensati come locali
, ma inevitabilmente di portata globale per la potenza intrinseca delle armi nucleari e per la possibilità di coinvolgimenti progressivi di altri Stati".
Da anni l'Accademia
promuove dibattiti
e
pubblica documenti
sul pericolo di un conflitto nucleare, ma "nessuno sembra però rendersene conto fino in fondo, forse confidando paradossalmente nel fatto che la stessa assurdità di una guerra globale la renda impossibile", ha rilevato Antonelli. Piuttosto, ha rilevato, "è la
pace
che
deve essere pensata
come
inevitabile
, pur se assurdamente resta la più difficile da raggiungere in modo tale da renderla stabile e duratura".
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