
La
rottura della faglia
che ha generato il
terremoto
in
Myanmar
è avvenuta lungo una
porzione più che doppia
rispetto a quella
stimata inizialmente
in circa
200 chilometri
: le analisi più aggiornate condotte dal servizio geologico degli Stati Uniti, l'Usgs, indicano che
la rottura è stata di almeno 450 chilometri
.
"Il
dato
è suscettibile di
ulteriori aggiornamenti
- osserva la sismologa Concetta Nostro dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia - perché in Myanmar non è disponibile una rete sismologia e tutte le analisi vengono condotti da stazioni distanti dalla zona dell'epicentro".
La rottura è avvenuta lungo la
faglia Sagaing
, che attraversa il Paese per
1.200 chilometri
dal Mare delle Andamane a Sud fino all'Himalaya nord. E' considerata
una delle faglie attive
e sismicamente più
pericolose
del sud-est asiatico, che in passato ha generato molto terremoti di magnitudo 7.
Nel caso del
terremoto del 28 marzo
, osserva Nostro, la particolarità è che "il
tempo necessario
perché la faglia si
rompesse
è stato
notevole
: pari a
circa 90 secondi
" e la rottura si è "propagata sul piano di faglia con un'intensità notevole". L'ipotesi è che sia avvenuto il raro fenomeno chiamato '
Super-shear
' e che avviene quando la
rottura si propaga
più velocemente delle onde sismiche S,
che in inglese sono anche chiamate shear waves.
"Il Super-shear - prosegue la sismologa - è una caratteristica delle
faglie trascorrenti
", ossia delle faglie a spostamento orizzontale". Il fenomeno si sarebbe verificato nella
porzione meridionale
della faglia e questo "potrebbe avere prodotto un fenomeno di amplificazione dell'energia verso Sud, cosa che - rileva l'esperta - spiegherebbe la
propagazione dei danni
".
Adesso la comunità scientifica su sta concentrando sull'analisi per individuare esattamente la lunghezza della pozione di faglia che si è rotta.
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