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Venerdì 03 Ottobre 2025
Non solo Pil, la Terra sempre più povera senza una nuova economia
Non solo il Pil: l'
economia
dei singoli Paesi come quella globale
ha bisogno di nuovi parametri
se vuole
risanare
i
profondi squilibri
che stanno
minacciando il pianeta
a livello
sociale
e
ambientale
. Lo indica la ricerca britannica
pubblicata
sulla rivista Nature da Andrew Fanning, del Doughnut Economics Action Lab (Deal) e dell'Università di Leeds, e Kate Raworth, co-fondatrice del Deal e dell'Università di Oxford.
Basato sull'andamento di
35 indicatori
nel periodo compreso
fra il 2000 e il 2022
, lo studio offre un
quadro di riferimento
globale sullo
stato del
pianeta nel XXI secolo
. Emerge che,
nonostante
in questo periodo l'
economia globale
sia
più che raddoppiata
, il
42%
della
popolazione mondiale
è
priva dei beni essenziali
e che il
20% dei Paesi più ricchi
, nei quali risiede il 15% della popolazione, è
responsabile
di
oltre il 40% dei danni ambientali
.
Secondo lo studio
ridurre il divario sociale
è possibile solo accelerando le azioni necessarie di almeno cinque volte rispetto al ritmo attuale per raggiungere gli obiettivi globali entro il 2030; per risanare la situazione ambientale bisognerà invece raddoppiare il ritmo delle azioni.
Il grande cambiamento riguarda però la necessità di
non considerare il Pil come unico parametro del successo di un Paese
e di
riorientare
le
economie
per creare un futuro "sicuro e giusto", nel quale i
bisogni sociali
siano
soddisfatti
nei limiti del
rispetto ambientale
.
"La nostra analisi mostra che, nonostante la rapida crescita economica globale, l'umanità sta ancora lasciando miliardi di persone in condizioni di privazione, spingendo la Terra oltre i suoi limiti di sicurezza", rileva Fanning. "Il mondo è sbilanciato - aggiunge - e abbiamo
urgente bisogno
di
economie
progettate
per garantire
sia il
benessere umano
che la salute del pianeta".
Per Raworth "l'ossessione di
perseguire una crescita infinita del Pil
, soprattutto nei Paesi più ricchi,
sta rapidamente allontanando il mondo
da un
futuro prospero
, anziché avvicinarlo. È giunto il momento di
concentrarsi invece
sulla creazione di
economie
che siano
rigenerative
e
distributive
per definizione, perché questo sarà il segno distintivo del progresso del ventunesimo secolo"
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