
La tecnologia della
stampa 3D
si unisce alla possibilità di usare le
cellule come inchiostro
, per ottenere
organoidi
del
cervello umano
, utili per
studiare malattie
e
sperimentare farmaci
: prende il via il progetto Ceres dell'Istituto Italiano di Tecnologia, che apre la strada anche alla
medicina personalizzata
del futuro grazie alla
possibilità di impiegare cellule prelevate direttamente dai pazienti
e sviluppare così
terapie su misura
. Ceres coinvolgerà i centri di ricerca dell'Iit a Napoli, Roma e Aosta e ha una durata prevista di 18 mesi.
A differenza delle
stampanti 3D tradizionali
, che impiegano
plastiche
e
metalli
, le
bio-stampanti
depositano
strati di cellule in modo controllato
su impalcature artificiali. Ceres, tuttavia, si distingue perché
gli organoidi non avranno bisogno di impalcature
: sfrutteranno, invece, le
capacità naturali
delle
cellule
di
organizzarsi nello spazio
, formando strutture simili agli organi umani. Le
cellule
prelevate verranno, infatti,
riprogrammate
in
cellule staminali pluripotenti indotte
, le cosiddette
iPsc
, che sono capaci di
differenziarsi in qualsiasi tipo di tessuto
.
Il progetto nasce all’interno di
D³4Health
, un’iniziativa finanziata dall’Unione Europea e dal Ministero dell’Università e della Ricerca con
126,5 milioni di euro
provenienti dal Piano Nazionale per gli Investimenti Complementari al Pnrr. D³4Health, promossa dall'Università Sapienza di Roma, riunisce
28 partner
tra università pubbliche e private, istituti di ricerca e imprese, con l’obiettivo di trasformare la sanità attraverso tecnologie digitali avanzate, come l'Intelligenza Artificiale e i dispositivi indossabili. Ceres è uno dei progetti vincitori dei bandi a cascata emessi dal Politecnico di Torino.
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