
Ad aprire la strada è stato Sakaguchi nel 1995 , spinto dalla convinzione che il sistema immunitario fosse molto più complesso di come lo immaginavano i suoi colleghi immunologi. Secondo la teoria diffusa allora esisteva un meccanismo chiamato 'tolleranza centrale', per il quale le cellule immunitarie pericolose venivano eliminate nel timo, la ghiandola del sistema immunitario che si trova nel torace. Nonostante il parere contrario di molti , Sakaguchi ha seguito la sua idea fino a dimostrare che il sistema immunitario comprendeva cellule fino ad allora sconosciute : aveva scoperto le cellule T regolatorie , specializzate nel controllare le altre cellule immunitarie e nell'assicurare che il sistema tolleri i tessuti dell'organismo al quale appartiene.
Solo
sei anni più tardi
Mary Brunkow, dell'Istituto per la Biologia dei sistemi (Isb) di Seattle, fece un
passo in avanti
nella strada aperta da Sakaguchi. Iniziò così una serie di ricerche su topi modello di una malattia autoimmune in collaborazione con
Fred Ramsdell
, che oggi lavora nell'Istituto Parker per l'immunoretapia dei tumori ed è consulente scientifico per l'azienda privata Sonoma Biotherapeutics di San Francisco. I due hanno scoperto
un altro guardiano del sistema immunitario
, il
gene Foxp3
, e il suo corrispettivo in una gravissima malattia autoimmune che colpisce gli esseri umani, chiamata Ipex.
Presto è stato chiaro, grazie a Sakaguchi , che
il gene Foxp3 è una sorta di regista delle cellule identificate nel 1995
.
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