Da
terapie innovative
contro la
resistenza agli antibiotici
, a
banche dati condivise
e allo sviluppo di
strumenti diagnostici più efficaci
: così la
ricerca
mette in campo tutte le sue risorse per
affrontare
le
future epidemie
. E' possibile grazie al partenariato esteso coordinato dalla Fondazione Inf-Act, finanziato dal ministero dell'Università e della Ricerca nell'ambito del Pnrr, con 114,5 milioni di euro e nato dopo l'esperienza della pandemia di Covid-19. Il punto sui progetti allo studio viene fatto a Roma, nel convegno organizzato dalla Fondazione e dall'Istituto Superiore di Sanità.
"L'evento, organizzato
in prossimità
della
chiusura
del Pnrr, non è la fine di un ciclo ma una
tappa del viaggio
", afferma Federico Forneris, presidente della Fondazione Inf-Act: "Sappiamo che è
necessario proseguire
questo percorso, ce lo conferma la bontà dei risultati raggiunti. In questi tre anni - prosegue - abbiamo
ampliato e consolidato
la
rete scientifica multidisciplinare
: il
partenariato esteso
, originariamente costituito
da 25 enti di ricerca
pubblici e privati, oggi include
circa 70 enti
e coinvolge nelle attività
oltre 800 ricercatori
".
Proprio i ricercatori sono stati uno dei punti chiave del progetto. In questi anni, gli enti coinvolti hanno
reclutato oltre 120 giovani
a
tempo determinato
e più di
300 collaboratori
. È stato
istituito
un
dottorato nazionale
che vanta, al momento,
oltre 90 dottorandi
, con
25 enti coinvolti
e un
investimento
di
oltre 8 milioni
di euro. Inoltre, sono stati investiti
altri 750mila euro
dedicati non solo ai
ricercatori
che si trovano all'
inizio
della loro
carriera
, ma anche ad uno stadio più avanzato, stabilendo un'importante partnership con la Fondazione Armenise-Harvard.
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