A inizio estate 2025 il mercato del lavoro lecchese restituiva un quadro in chiaroscuro. Da un lato il territorio continua a distinguersi per un tessuto imprenditoriale vivace, capace di generare un saldo positivo tra aperture e cessazioni di attività. Dall’altro emergono segnali che invitano alla prudenza, in particolare sul fronte dei giovani.
La percentuale di Neet, cioè ragazzi che non studiano e non lavorano, è infatti cresciuta rapidamente, passando dal 3% del 2023 al 5% del 2024. Un incremento che, pur restando sotto la media nazionale, rappresenta un campanello d’allarme da non sottovalutare. Il fenomeno si intreccia con due dinamiche di fondo che caratterizzano il territorio: il calo demografico e il cosiddetto mismatch tra domanda e offerta. Il primo limita strutturalmente il numero di giovani che si affacciano sul mercato del lavoro; il secondo evidenzia uno scarto crescente fra le competenze richieste dalle imprese e quelle effettivamente disponibili. Le aziende lecchesi, in particolare quelle manifatturiere, puntano con decisione su profili tecnici e scientifici, con solide competenze digitali, capacità di problem solving e flessibilità operativa. Tuttavia, l’offerta formativa non sempre riesce a tenere il passo con questa domanda.
Per affrontare la sfida, il sistema locale sta concentrando le proprie energie sull’orientamento e sulla formazione. Incontri nelle scuole superiori, giornate post-diploma e percorsi Its rappresentano strumenti per avvicinare i giovani al mondo del lavoro, facendo emergere fin da subito le competenze richieste.
A partire da settembre prenderà avvio anche il nuovo modello 4+2, che integra scuola, università e lavoro in un percorso capace di ridurre i tempi di transizione e di garantire competenze immediatamente spendibili. Un altro elemento di rilievo è la trasformazione delle aspettative giovanili.
Se in passato il fattore economico era il principale criterio di scelta, oggi contano soprattutto il clima aziendale, la possibilità di crescita e la conciliazione tra vita privata e professionale. In quest’ottica diventa cruciale anche il tema del welfare aziendale, al quale il territorio guarda con progetti sperimentali e collaborazioni con il mondo accademico.
La sfida per i prossimi anni sarà duplice: ridurre il rischio che una quota crescente di giovani rimanga esclusa da studio e lavoro, e allo stesso tempo creare un’offerta formativa realmente coerente con le esigenze delle imprese. Lecco parte da basi solide, ma la rapidità dei cambiamenti economici e sociali impone un impegno costante. Solo un’alleanza stabile fra scuole, università, istituzioni e sistema produttivo potrà garantire che i giovani trovino spazi reali di crescita e che le imprese non restino prive delle competenze necessarie per competere.
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