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Lunedì 15 Settembre 2025
Dazi, guerre e mercati La partita diventa globale
L’intervista Paola Cranchi analizza tendenze e segnali per il settore in una fase di incertezza
Il momento di mercato per la nautica è molto delicato. Da maggio a luglio chi aveva pianificato ordini per la prossima stagione ci ha ripensato. Dobbiamo essere molto attenti e capaci, è un momento di prudenza per il nostro settore. Fra settembre e ottobre, con i maggiori saloni, capiremo meglio dove andrà la stagione». Paola Cranchi, responsabile marketing di Cranchi Yachts, azienda valtellinese che con 215 addetti fra le due sedi produttive e altrettanti centri assistenza progetta e produce imbarcazioni di lusso da oltre 150 anni, si prepara al partecipare al 65° Salone Internazionale della Nautica, a Genova, un appuntamento storico per l’azienda di Piantedo vincitrice del Leone d’Oro per l’imprenditoria e presente in questo periodo alle grandi fiere di settore, da Cannes (la scorsa settimana), a Genova, a Monaco più altri appuntamenti itnernazionali. L’imprenditrice riflette un sentiment di incertezza diffuso nel settore nautico internazionale.
A confermarlo nei numeri c’è lo studio di Deloitte e Confindustria Nautica dal titolo “The State of the Art of the Global Yachting Market 2025 Edition”, che a livello globale dopo un 2023 di risultati record ha attraversato un 2024 con una previsione in flessione (-5%), ma non per il segmento premium e per i grandi yacht che hanno invece una crescita attesa fra il 5 e il 10%. L’Italia si conferma tuttavia la prima industria nautica esportatrice a livello mondiale, col 90% della produzione destinato all’export e con una leadership nei superyacht.
Quali segnali arrivano in questi mesi dai mercati internazionali ?
È difficile leggere i prossimi mesi. Attraversiamo un momento delicato, in cui le aziende tendono ad essere prudenti. Gli ordini per la nuova stagione arrivano tra maggio e giugno e quest’anno diversi committenti hanno sospeso le decisioni.
Che anno è stato il 2024 per Cranchi Yachts?
È stato un buon anno ma non è stato semplice portare a casa i nostri risultati, a causa delle difficoltà generali dell’economia e della geopolitica, che rendono i clienti prudenti sulle loro scelte. In questi mesi non stiamo spingendo in modo particolare, potremmo farlo ma abbiamo deciso una misura diversa. Stiamo consolidando i fatturati raggiunti due anni fa, intorno agli 87 milioni di euro, e stiamo continuando gli investimenti tecnologici programmati. L’avvento dell’intelligenza artificiale ci ha indotti ad aggiornare i nostri sistemi per mantenere lo standard elevato raggiunto dall’azienda.
L’incertezza non frena dunque gli investimenti programmati?
Noi continuiamo a implementare i nostri investimenti, siamo molto impegnati nel mantenere i fatturati e continuiamo ad investire sulle fiere internazionali. Partecipiamo attraverso i dealer o andiamo di persona: ciò significa essere costantemente impegnati in appuntamenti da cui capiremo con più chiarezza il futuro. Questa stagione si è chiusa e abbiamo mantenuto il nostro obiettivo di fatturato. Ora dobbiamo cogliere i segnali in fiere dove incontriamo tutti i nostri mercati e i trend in atto.
In che misura l’intelligenza artificiale entra nelle vostre realizzazioni?
La nostra azienda è tecnologicamente molto avanzata, uomini e macchine lavorano insieme e abbiamo anche uno standard elevato di robotizzazione. Le macchine sono costantemente aggiornate e sono molto performanti anche per quanto riguarda le nuove tecnologie basate sull’intelligenza artificiale. La nostra è un’azienda che coniuga le tecnologie più avanzate alla necessaria manualità specializzata nella lavorazione della vetroresina, una competenza, quest’ultima, che non si impara in nessuna scuola ma solo in azienda.
Come sta andando il mercato anche in relazione agli effetti della geopolitica sul commercio estero?
Per chi come noi si confronta con un’economia internazionale questi sono tempi complicati. La nostra azienda è in crescita sia in Italia sia in Europa e oltre. Dove c’è acqua c’è una nostra imbarcazione, ma le situazioni che il mondo sta attraversando certo non aiutano perché guerre e instabilità fermano i mercati. Col conflitto fra Russia e Ucraina abbiamo perso un mercato importante, che nel tempo abbiamo sostituito con altri. Attualmente siamo in ristrutturazione del mercato statunitense, che abbiamo dagli anni Ottante e sul quale molto è cambiato.
Si riferisce agli effetti dei dazi?
Sì. In questa fase i dealer sono un po’ bloccati, ma sono anche fiduciosi: confido nell’opera della giustizia americana e non è quindi escluso che gli Stati Uniti arrivino per via giudiziaria all’annullamento dei dazi imposti da Trump.
Come vanno i mercati orientali?
Giappone, Taiwan, Corea sono le altre economia con cui lavoriamo e sono economie che stanno andando bene.
Un altro nostro mercato è quello australiano: noi italiani siamo grandi esportatori e, partendo da prodotti di altissima qualità, siamo bravi a comprendere le oscillazioni geopolitiche dei vari mercati.
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