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Nati tra la fine degli anni ’90 e il 2012, i giovani della Generazione Z stanno riscrivendo le regole del mondo del lavoro. Digitali per nascita, formati con strumenti innovativi e cresciuti in un’epoca segnata da crisi economiche, pandemie e incertezze globali, non rincorrono il mito della carriera tradizionale, ma sono alla ricerca di esperienze coerenti con la propria identità, i propri valori e il proprio benessere.
A confermarlo è una recente analisi dell’Osservatorio della Fondazione per la Sostenibilità Digitale, che ha messo a confronto quattro generazioni – dai Baby Boomer alla Gen Z – sul tema dello smart working e della trasformazione digitale. I più giovani si confermano i sostenitori più convinti del lavoro ibrido, che associano a una migliore qualità della vita, a una maggiore sostenibilità ambientale e a un incremento della produttività.
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