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Martedì 25 Novembre 2025
Calcio Lecco, con le big è crisi:
serve più maturità e cinismo
La squadra bluceleste deve trovare la maturità necessaria per affrontare le prime della classe e non perdere partite che potrebbero essere pareggiate
Lecco
Lecco e gli scontri diretti: bisogna cambiare vela. È vero che contro il Cittadella, giocando come ha fatto il Lecco, nove volte su dieci si vince. Ma è anche vero che è la seconda “big” che, casualmente o no, fortunosamente o meno, strappa i tre punti ai blucelesti. In generale, delle prime dieci in classifica, tolto il Vicenza prossimo avversario, il Lecco ha vinto contro Renate (nono), Trento (ottavo), Pro Vercelli (settima), Inter U23 (quinta), e ha perso contro Cittadella (quarta) e Brescia (terzo). Mentre deve giocare ancora contro l’Alcione (sesto), subito dopo la gara di Vicenza. Rimane il vecchio detto che è meglio pareggiare gli scontri diretti se proprio non si riesce a vincerli. Ma questo è un problema perché Valente si difende in un solo modo: attaccando. Non è un caso che il Lecco sia la penultima squadra in quanto a pareggi fatti: solamente tre. Contro la Virtus Verona, la Giana Erminio e la Triestina. Solamente Cittadella, Alcione e Vicenza hanno fatto lo stesso. Capolista della classifica che conta chi ha pareggiato di meno è la Pro Vercelli che o vince, o perde. Solo una volta ha pareggiato. Novara e Trento, invece, per lo più pareggiano: nove volte i piemontesi e otto i trentini.
Vuol dire qualcosa? Certamente. Vuol dire che Vicenza, Lecco, Alcione e Cittadella cercano più il successo che il «tirare a campare». Sono tre squadre con ottime difese (Vicenza 8 reti subìte, come il Brescia, è la migliore ma subito dietro c’è Lecco con 9 e Alcione insieme al Cittadella con 10), e un buon attacco. Il Vicenza con 28 reti è il migliore di tutti, in avanti. Ma il Lecco con 21 reti all’attivo è quarto, mentre l’Alcione solo undicesimo e il Cittadella addirittura quattordicesimo. Una differenza però c’è: il «Citta», come in parte l’Alcione, giocano in contropiede. Lecco e Vicenza invece sempre in attacco. E, una volta segnato, si rintanano in difesa ma sempre in maniera attiva, ovvero pronte a ripartire. Insieme al dato negativo dei big-match finora persi, il Lecco però ha un altro dato che lo distacca dal Vicenza: non ha mai recuperato una gara in cui si è trovato in svantaggio, per mille motivi. Ma contro il Brescia in casa, con il Novara fuori e domenica scorsa contro il Cittadella, una volta andato «sotto», il Lecco non ha più recuperato. Con il Cittadella, a pochi dalla fine era difficile. Con Brescia e Novara, ha avuto molto più tempo (quasi mezz’ora). Insomma, il Lecco deve trovare la propria maturità. Non gli manca né grinta, né corsa, né compattezza di gioco e tantomeno gruppo, ma gli manca ancora quel pizzico di esperienza che gli consentirebbe di capire che, quando non va dentro la sfera, non bisogna però perdere la partita. Con il Brescia e il Novara, zero tiri in porta. Può capitare, ma devi fare di tutto per non perdere, se è una giornata «no». E così pure con il Cittadella: fai dieci tiri in porta e non riesci a segnare? Non ti far trovare scoperto, la beffa è dietro l’angolo... Chiamala, se vuoi, esperienza, che in una squadra tendenzialmente giovane (età media 24.2, decimo posto esatto su venti squadre come media), ha bisogno di essere rodata. Come dice Valente: «Le partite a volte le possono sentire solamente i giocatori in campo, le sensazioni che provano loro, non posso averle io se non di riflesso». È quello che devono imparare a fare a Vicenza: ci saranno momenti di difficoltà, o di grande euforia per giocate che vanno a buon fine. L’equilibrio è il segreto, l’interpretazione della gara, la chiave. Con la capolista Vicenza errori come quello contro il Cittadella, portano a un solo esito, non positivo. E il tabù delle «grandi» va sfatato al più presto.
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