Tempo Libero / Morbegno e bassa valle
Sabato 21 Giugno 2025
Profetessa in patria: «sì, la mia terra mi ispira sempre»
Giorgieness che corre felice sul prato nel suo bel mondo che pare fatato e poi d’incanto non è una bambina, ma si risveglia cantautrice. E tra le migliori italiane.
Tra le migliori cantautrici italiane «Qui conservo gli amici dell’adolescenza»
Giorgieness in realtà si chiama Giorgia d’Eraclea, ha 33 anni ed è di Regoledo di Cosio. Almeno di nascita. «Anzi, sono nata a Sondrio perché l’ospedale è lì». Ma il cognome testimonia origini lontane: «Papà Mariano si è mosso tra Morbegno e la Valchiavenna, mamma Katia viene dal Leccese. E si sono conosciuti a scuola ma a scuola di polizia, il mestiere di entrambi».
Il suo mestiere, invece, ormai da una quindicina d’anni, è quello di cantautrice. Che venerdì prossimo, il 27, fa la profetessa in patria al B.Est di Berbenno, con un concerto incentrato sull’ultimo disco “Giorgieness e i cuori infranti”.
«Ho lasciato la Valtellina solo per paura di rivedere certe persone»
Profetessa in patria, ma lei paradossalmente è più conosciuta in Italia che in valle.
Diciamola meglio, in valle sono poco conosciuta come valtellinese. Io tale mi sento, ma insomma le mie origini sono altre e da quando sono andata a Milano all’università sono tornata in valle tanto, ma sempre a toccate e fuga. Anche se qui conservo gli amici dell’adolescenza.
Ecco, partiamo dalla valle. Ricordi
Mille. A 14 anni la mia prima band, i Wrong Choice, punk, cantavo e scrivevo i testi. Nel frattempo studiavo al Lena Perpenti e sognavo di fare la pallavolista e l’attrice. Impossibile.
E perché?
Come atleta mi demolii un ginocchio, come attrice non ci sapevo fare. Andai all’università, Giurisprudenza, poi mollata lì, e facevo la baby sitter. Ma il tarlo della musica, quello, continuava.
Che ispirazioni aveva?
Roba forte, i Social Distortion, il cui cantante si chiama Mike Ness ed ecco il mio nome d’arte. I Sepultura. I Ministri, che sanno fare cose simili in italiano. La mia prima mamma musicale è stata Pj Harvey, poi Bjork, ora Taylor Swift. E amo le atmosfere dei Pink Floyd.
Come diceva quello lì, di tutto, di più.
Credo sia il bello della musica. E credo che se si ascoltano le mie cose ci si trovi dentro davvero di tutto nella musica, forse anche per quello sono stata apprezzata da subito, e in modo sempre crescente. Per non parlare dei testi.
Parliamone, invece. Lei spazia moltissimo, sa creare atmosfere incantate, ma pure fare dure denunce. Come le vengono le parole? E la Valtellina la ispira?
La Valtellina è la mia terra e mi ispira sempre, qui e lì, io poi sono molto egoriferita, racconto sempre di me e del mio mondo.
Se è così, ci perdonerà questa domanda, a cui può rispondere anche con pochi dettagli. In “Georgieness e i cuori infranti” spicca una canzone “Piano piano” sulla violenza alle donne. Ha avuto esperienze personali?
Si, e proprio in Valtellina.
Le va di aggiungere dettagli?
Dico che da ragazzina alcuni vollero farmi pagare le mie origini non locali, il fatto che non parlassi il dialetto, anche se lo capisco. Insomma, una mattina a scuola andai in bagno e cercarono di mettermi una corda al collo. Gesto dimostrativo, ma di grande impatto. Anche per questo sono andata via dalla Valtellina senza guardarmi indietro, non per la mia terra, ma per paura di rivedere certe persone. Che poi ho rivisto anni dopo, uomini fatti, senza nessun problema.
Come si esce da una cosa così?
Riflettendo molto, molto a lungo, interiorizzando, capendo che se qualcuno ti fa del male non è che tutto il mondo ce l’abbia con te.
E, a parte certe persone, cosa le manca della valle?
Il verde, il silenzio, la tranquillità. Prima ho vissuto a Milano, ora Torino che è meglio, ma insomma.
C’è un’altra mancanza, ma lì mi sono attrezzata: i pizzoccheri. Li cucino benissimo e l’ultima volta che dovevo cucinarli per i Selton, la band brasiliana che ha prodotto il disco, non li ho trovati freschi e allora li ho proprio fatti, scarrellandoli alla vecchia maniera. Qui c’è tutta la mia anima folk.
Lei torna in Valle sempre per le feste. Che per lei sono davvero al plurale, visto che è nata il 25 dicembre.
E infatti sono la reginetta dal 20 al 28, l’unica protagonista tra amici e famigliari. E il 24 sera la tradizione è una bella bicchierata al Portec di Scarpatetti a Sondrio.
Il 27 invece è al B.Est di Berbenno. Che ci fa lì?
E che vuole che faccia? Canto, e da headliner. Festival piccolo, d’accordo, ma a parte che è ha un pubblico caldissimo, l’organizza uno dei miei più cari amici dai tempi della scuola, Filippo Della Fonte.
Chiudiamo con la valle. Chiedere a una 33enne cosa farà della sua vita è ovviamente azzardato, ma pensa di tornare a vivere in valle prima o poi?
Non lo escludo affatto, prima o poi, non so in che stagione della vita. Ma il bello di chi fa musica è che ce l’ha dovunque vada, dentro la propria testa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA