«A Milano Centrale la Valtellina è sparita»

La denuncia Andrea Catalano, medico: «I cartelli dei treni indicano la destinazione Colico, e non Tirano o Sondrio. Ma così la gente si confonde e rischia di perdere la corsa. Poi tanti problemi quando siamo arrivati al capolinea»

«I lavori sono necessari per la stessa sicurezza della tratta ferroviaria, lo capisco, però occorre creare il minor disagio possibile ai passeggeri e soprattutto mi chiedo: perché cancellare completamente, dai monitor, la destinazione Valtellina? Domenica di rientro da una vacanza in Campania, ho passato e ripassato il tabellone degli orari prima di capacitarmi che il treno non era più indicato come Milano-Tirano, ma Milano-Colico».

A parlare è Andrea Catalano, origini campane, ma in Valtellina dal 1982, quando ha preso servizio all’ospedale Morelli di Sondalo in veste di chirurgo vascolare. Da allora, vive con la famiglia a Villa di Tirano e da quando è andato in pensione sei anni fa, ritorna spesso nella sua terra d’origine, il Napoletano.

«Sono partito il giorno in cui disgraziatamente la linea è rimasta interrotta per un grave episodio a Morbegno - racconta il medico - Certo, indipendente dalla volontà del gestore. Ma per evitare di perdere la coincidenza per Napoli, mia figlia ci ha portati in macchina fino a Morbegno e sono tornato domenica. Tutto bene col Freccia Rossa fino a Milano, dove sono arrivato con mia moglie e mio nipote alle 13.50». «Appena sceso - prosegue il medico - ho guardato il cartellone in cerca del binario per il Milano-Tirano, sapendo che partiva alle 14.20. Ma non lo trovavo. Poi ho visto che c’era un treno in partenza alle 14.20 per Colico. A quel punto mi è venuto in mente che visto che c’è il blocco della Colico-Tirano, il capolinea era stato spostato a Colico. Ma non è corretto. Io so dove è Colico, ma un turista che vuole venire in provincia di Sondrio magari non lo sa, non capisce e perde il treno...».

Non riesce a persuadersi, Andrea Catalano di questo aspetto perché «anche se il treno arriva fino a Colico - dice - e lo capisco, la destinazione è sempre Tirano, per cui perché non lasciare indicato Tirano e poi sul treno, ribadire che a Colico occorre scendere ed effettuare il trasbordo? Mi sembra più corretto».

Indicazione che, racconta, poi sul treno viene data. Solo che una volta arrivati a Colico inizia il calvario: «Mi aspettavo che, come sempre accade, il treno arrivasse sul primo binario - dice il medico - invece è arrivato sul , perché sul primo già ce n’era un altro per Chiavenna. Così tutti a scendere nel sottopassaggio, privo di scale mobili per risalire sul binario uno trascinando i valigioni su per le scale. Io ho qualche problema cardiaco però ce la posso ancora fare, ma c’erano persone in difficoltà, anziani o con problemi motori. Dopodiché i bus a disposizione erano due: uno per Sondrio e uno per Tirano. Ho preso il Tirano che però ha fermato a Morbegno, dove non è salito nessuno, e a Sondrio. dove pure non è né sceso né salito nessuno».

«Due passaggi inutili -ragiona il medico - con allungamento dei tempi di percorrenza, perché col treno saremmo arrivati alle 16.50 mentre col bus siamo giunti a destinazione alle 17.20. Mi chiedo, in particolare, se per la tratta Sondrio-Tirano non si possa prevedere un bus ad hoc».

Un allungamento dei tempi di viaggio è da mettere in conto . Anzi, potrà acuirsi soprattutto nelle giornate di maggior traffico o in presenza di incidenti.

«Il treno delle 9.02 in partenza da Tirano ad esempio - osserva in conclusione il medico - è stato anticipato alle 8.50 col pullman, per scontare il ritardo che si accumula su gomma, ma se una persona ha una coincidenza, o deve prendere l’aereo, come può fidarsi? Per essere sicuro deve partire tre ore prima... Sarà un’estate difficilissima, temo, e al nostro turismo deriverà un danno enorme anche perché, le biciclette sono off limits sui bus, e il cicloturismo ne risentirà moltissimo».

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