Cronaca / Morbegno e bassa valle
Mercoledì 02 Settembre 2015
Cinghiali nei prati di Dosso Lungo «Il terreno senza erba è a rischio frana»
Tornano i cinghiali e scattano le proteste. Questa volta gli ungulati si sono rifatti vivi nella piccola località di montagna sopra Andalo, a 600 metri di quota.
Il prato messo sotto sopra sfiora pendenze verticali e la signora Enrica Peverelli spiega che qui il taglio dell’erba avviene rigorosamente a mano, con il decespugliatore e tanta fatica. «Una volta era un maggengo - avvisa Peverelli - i nostri nonni ci portavano le bestie. Oggi ovviamente le cose sono un po’ cambiate, anche noi usiamo il fieno, ma soprattutto garantiamo la pulizia del territorio, che non è cosa da poco».
La mattina presto e la sera, all’imbrunire, nel prato della famiglia Peverelli arrivano a brucare cervi e caprioli. Invece, «i cinghiali che vanno alla ricerca di tuberi e radici smuovono la terra, fanno buchi enormi su terreni molto ripidi - ancora Peverelli - se il prato non venisse ripristinato, come negli ultimi tre anni abbiamo fatto dopo le incursioni dei cinghiali, in caso di forti piogge il versante potrebbe anche collassare, invadendo le case sottostanti».
La signora, nei giorni scorsi ha avvisato chi di competenza, è stato fatto un sopralluogo, ma i cinghiali non si sono fatti vivi, e la cosa è finita lì. «Invochiamo interventi più efficaci, come in provincia di Como, l’apertura della caccia al cinghiale, non basta abbattere qualche animale ogni tanto, serve un intervento più radicale, coordinato dalla nostra provincia, nei limiti della legge naturalmente».
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