
Cronaca / Morbegno e bassa valle
Lunedì 16 Giugno 2025
Corruzione all’Ufficio Immigrazione di Lecco: ai domiciliari l’agente Giuseppe Vitale
L’agente Vitale ha ottenuto i domiciliari con braccialetto elettronico dopo mesi in carcere. È accusato di aver favorito, in cambio di denaro, le pratiche gestite da Mohamed El Borm, titolare dell’agenzia Duemme, anche lui indagato e pronto a collaborare. Nell’ufficio di Vitale trovati oltre 40mila euro in contanti
Tartano
La sua posizione, durante i mesi di carcerazione, non si sarebbe modificata, a prescindere dal fatto che il titolare dell’agenzia di Lecco “Duemme Caf & Patronato”, specializzata in pratiche sull’immigrazione, lo scorso marzo posta sotto sequestro dai magistrati, abbia deciso di vuotare il sacco, una volta rientrato in Italia. Nell’inchiesta Mohamed Fathey Moustafa El Borm, origini egiziane, ma nato a Lecco il 18 marzo 1998, titolare dell’agenzia, è indagato in stato di libertà per concorso nello stesso reato contestato al poliziotto Giuseppe Vitale, residente a Tartano, dove è stato candidato a sindaco e nel blitz dello scorso 11 marzo arrestato dai colleghi della questura della città manzoniana. Si apprende ora che tre giorni fa Vitale - nel frattempo sospeso dal servizio - ha ottenuto, su istanza del suo avvocato, Giuseppe Romualdi del Foro di Sondrio, gli arresti domiciliari con obbligo di braccialetto elettronico.
Potrà stare più vicino ai due figli colpiti dalla grave e recente perdita della mamma, Roberta Fognini, 46 anni, molto apprezzata in paese per la sua attività nel museo, vittima di un incidente in montagna: il marito, nei giorni scorsi, aveva potuto assistere ai funerali. Era da tempo che il legale si batteva per farlo uscire dal penitenziario dove era stato rinchiuso con un’accusa pesantissima. «Il mio assistito - aveva dichiarato l’avvocato di El Borm, Angelo Bianchi di Como - al momento si trova in Egitto per il Ramadan, per un viaggio prenotato dallo scorso mese di febbraio, ma mi ha già detto telefonicamente di informare gli inquirenti che, al più presto appena rientra a Lecco, intende offrire massima collaborazione e raccontare tutto. Lui stesso è una vittima del sistema estorsivo. Si pubblicizzava su Tik Tok quanto era possibile fare all’Ufficio Immigrazione della questura lecchese, dove l’arrestato manovrava a suo completo piacimento. Prima o poi la bomba sarebbe scoppiata. Adesso si è soltanto alle battute iniziali».
Il titolare dell’agenzia Duemme sita in Lecco, via Leonardo da Vinci 29, in più occasioni avrebbe dato denaro a Giuseppe Vitale, assistente capo coordinatore della Polizia di Stato, in servizio all’Ufficio Immigrazione della questura di Lecco, per fargli compiere atti contrari ai doveri d’ufficio, ossia per fargli avviare in via preferenziale la procedura di regolarizzazione della permanenza in Italia di cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale, suoi assistiti rispetto ad altri aventi diritto.
I fatti al centro dell’inchiesta della Procura, guidata da Ezio Domenico Basso, sarebbero avvenuti tra il settembre 2024 e il 2 marzo di quest’anno. Intanto, a Palazzo di giustizia, davanti al gip Gianluca Piantadosi e al pm Chiara Di Francesco l’udienza di convalida dell’arresto per una presunta corruzione dell’assistente capo della Polizia, Giuseppe Vitale, 48 anni, originario di Nocera Inferiore, in provincia di Salerno, fermato nei mesi scorsi dagli investigatori della Squadra Mobile lecchese che da tempo ne monitoravano i movimenti nell’ambito di un’inchiesta della locale Procura, si era conclusa con la decisione del gip di confermare la custodia cautelare in carcere.
E l’indagato era stato ben presto trasferito dalla Casa circondariale di Pescarenico al carcere di Pavia. Nella sua stanza all’Ufficio Immigrazione gli avevano trovato e sequestrato oltre 40mila euro in contanti, mentre una somma minore, ovvero 2500 euro, era stata rinvenuta nascosta sulla sua auto privata e nell’abitazione di Tartano, passata anch’essa al setaccio. Il giudice non aveva accolto la richiesta della misura più tenue dei domiciliari proposta dal difensore, il penalista sondriese Giuseppe Romualdi che, in passato, lo aveva tratto di impaccio in un’altra scottante inchiesta, stavolta valtellinese, per video, foto e chat erotiche che coinvolgevano come protagonista una donna, risultata tuttavia consenziente.
Vitale risiede nel piccolo borgo montano di Tartano, dove alle elezioni comunali di tre anni fa si era candidato a sindaco alla guida di una lista civica a lui collegata e raccolse pochissime preferenze (lo schieramento “Nuova Tartano” ne ottenne 14) che lo hanno relegato sugli scomodi banchi dell’opposizione.
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