Cosio Valtellino, festa per i 50 anni di sacerdozio di padre Peppino Rabbiosi

Il sacerdote, missionario comboniano in Ghana,è tornato in Italia nel marzo scorso per un periodo di riposo

Cosio Valtellino

Tornato in Italia nel marzo scorso per un periodo di riposo, Padre Peppino Rabbiosi, missionario comboniano in Ghana, è stato festeggiato sabato scorso nella sua Valgerola. Una festa organizzata dalla comunità soprattutto per celebrare il suo 50esimo anniversario di sacerdozio.

Don Rabbiosi, originario di Mellarolo ha officiato la messa al Polifunzionale di Rasura, in località Foppa, luogo in cui venne ordinato sacerdote 50 anni fa da monsignor Domenico Ferrara, anch’egli missionario comboniano. Un ritorno in un luogo davvero speciale e pieno di ricordi per lui. «Per me questa è stata l’occasione per festeggiare i 50 anni di sacerdozio e di vita missionaria e anche per ringraziare quanti amici, famigliari, hanno condiviso con me questa bellissima missione che sto portando avanti nel West Africa, in Ghana – ha affermato Padre Peppino Rabbiosi -. Il Ghana una volta si chiamava la costa d’oro, ora i tempi sono parecchio cambiati. L’oro c’è ancora, ci sono parecchi abitanti del posto che invece di aiutare il proprio Paese a crescere pensano solamente ad arricchire loro stessi».

Il sacerdote valtellinese ha raccontato la sua missione in Ghana, chiamata “Nella casa del Padre mio”, invitando anche altri volontari valtellinesi ad unirsi a lui: «Ho creato un villaggio per bambini, durante il giorno ce ne sono in giro 800, poi 600 tornano nei villaggi limitrofi. Li trasferiamo anche noi con i nostri mezzi. Un numero di bambini che rimangono nel nostro villaggio, circa una settantina, sono vulnerabili, mentre un centinaio di ragazzi vivono e studiano in un collegio. Scelgono di venire da noi perché abbiamo una scuola di qualità. Una scuola che rappresenta anche una base di una comunità cristiana. Nella mia missione posso contare anche su molti volontari. Spero che altri se ne aggiungano ancora in modo da portare avanti la missione, che ricordo non riguarda esclusivamente i religiosi e i sacerdoti. È una vocazione che possono avere tutti».

La messa è stata celebrata al mattino, nel pomeriggio, dopo il pranzo, curato dalla Pro loco Rasura-Mellarolo, Padre Peppino Rabbiosi ha condiviso con tutti i presenti le testimonianze dei volontari e i filmati della missione in Ghana, di cui ancora oggi è il punto di riferimento. «Il nome stesso “Nella casa del Padre mio” vuole essere un messaggio per coloro che si sentono soli, abbandonati – ha continuato il sacerdote -. Queste persone devono sapere che in questo posto saranno amati. Chiedo al Signore che da questa valle ha chiamato me, riesca a chiamare altri missionari».

© RIPRODUZIONE RISERVATA