L’ultimo saluto al colonnello Gambetta, si riunisce la comunità

Affetto e riconoscenza: familiari, amici e militari si sono ritrovati per onorare il colonnello Gioacchino Gambetta, amato Alpino, protagonista nei soccorsi dell’alluvione del 1987 che colpì la Valtellina

Cosio Valtellino

Si è celebrato questa mattina alle 10, in un clima di grande commozione e partecipazione, il funerale del colonnello Gioacchino Gambetta, 77 anni. Nella parrocchiale di Regoledo, frazione di Cosio Valtellino, nella quale abitava con l’adorata moglie Wally, le figlie Raffaella, Barbara, Jolanda, i nipoti, la sorella Rosanna, tutti i loro cari, amici e conoscenti, ma in particolare tanti Alpini e militari che hanno collaborato con lui nei giorni duri dell’alluvione dell’estate 1987 che colpì la Valtellina.

«E’ con estrema commozione e grande rispetto che l’Associazione Abat annuncia che il presidente, nonché Comandante Gioacchino Gambetta, ha posato lo zaino a terra. Che l’aquila voli in alto e che la Terra gli sia lieve. Onori Comandante, da tutti i suoi Alpini. Un abbraccio Comandante, sempre con noi e ...mai tardi». Questo il toccante ricordo dell’Associazione Battaglione Alpini “Tirano” di quello che è stata una delle figure più importanti del sodalizio, nato per mantenere viva la memoria storica del Battaglione Alpini Tirano. «Non potevo mancare alla cerimonia funebre - ha dichiarato Giuliano Signorini, arrivato dalla bresciana Ponte di Legno con colleghi anche della Bergamasca -. E’ stato il mio comandante. Una persona straordinaria, per capacità organizzative e umane. Sempre in prima fila nei momenti del bisogno, per aiutare le popolazioni in difficoltà».

Gambetta è stata figura molto amata e rispettata del corpo degli Alpini, ha diretto il 423° Squadrone elicotteri del Comando Forze Terresti Alleate del Sud Europa, è stato vicecomandante del reparto sanità nell’operazione Italfor “Ibis” in Somalia dove si è occupato di ricostruire la polizia somala, di addestrare 1.200 uomini e ricostruire 30 caserme e 4 carceri. Ha poi guidato il Reparto di Sanità Aviotrasportabile della Brigata Alpina Taurinense (anche nella missione Alba in Albania). Dopo aver frequentato il corso di Pilota Osservatore di Aereo e di Elicottero rivestì numerosi incarichi: fu responsabile di tutti gli aeromobili operanti nell’87 nelle operazioni di soccorso per l’alluvione in Valtellina, incarico per il quale venne insignito con un’alta onorificenza al Merito dal ministro della Difesa, fu inoltre vice comandante del Reparto di Sanità nell’operazione ITALFOR “IBIS” in Somalia.

Non solo agli eventi ufficiali, ma spesso anche nei giorni qualsiasi lo si poteva incontrare nelle vie del paese della Bassa Valle - prima che i problemi di salute iniziassero a minarne il dinamismo di sempre - con il cappello degli Alpini in testa, per lui motivo di grande orgoglio. «Nella stessa operazione G-2 dello Stato Maggiore del Comando Operazioni e G-2 dello Stato Maggiore dell’Ammiraglio Comandante il 25° Gruppo Navale - si legge nella sua autobiografia - ho sovrainteso alla sicurezza dell’imbarco, per il rientro in Patria, di tutto il contingente italiano e stranieri. Nell’operazione IBIS ho avuto la responsabilità della ricostruzione della Polizia Somala. Ricordo che il Re.Pa.San. è il Reparto di Sanità più moderno e attrezzato di tutta la Nato. E’ dotato dei più moderni mezzi di diagnostica strumentale e terapia, nonché di un sistema satellitare per collegarsi in tutto il mondo in diretta con le cliniche all’avanguardia».

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