Pian di Spagna, indennizzi
per i danni da selvatici

Ecco i primi risarcimenti per gli agricoltori della riserva. Otto richieste: in tutto 2.147 euro.

Primi indennizzi per gli agricoltori della Riserva naturale del Pian di Spagna dopo l’approvazione del regolamento che riconosce i danni alle colture da animali selvatici. L’ente gestore dell’area protetta ha liquidato di recente quanti hanno presentato la richiesta di risarcimento per le incursioni nelle aree coltivate che per il Pian di Spagna riguardano in particolare i cervi.

Otto sono state le domande venute da altrettanti agricoltori per i terreni entro i confini della Riserva e tutte sono state valutate e ritenute liquidabili. I danni vanno da 37 fino a 721 euro, e ammontano complessivamente a 2.147 euro.

Da quest’anno infatti è stato formalizzato dalla Riserva il regolamento per i danni causati dalla fauna selvatica, che a fianco delle indicazioni per gli indennizzi agli agricoltori indicava anche azioni volte alla prevenzione.

Il regolamento è stato approvato a metà del 2016, e le richieste di danno (che vengono verificate entro alcuni giorni dalla denuncia da parte degli agricoltori) si concentrano tra la fine di giugno e la fine di ottobre. «È il primo anno che la Riserva ha introdotto il regolamento per l’indennizzo – dice Ettore Del Nero di Coldiretti – e questo può influire sul numero delle domande presentate, visto che sappiamo che comunque i danni vengono registrati da molti agricoltori su quel territorio».

Il regolamento è stato approvato la scorsa estate e oltre a prevedere l’indennizzo, indica anche le modalità di prevenzione dei danni da selvatici attraverso la collocazione di recinzioni elettrificate, come aiuto concreto da parte della Riserva Naturale Pian di Spagna verso le aziende agro-zootecniche coniugando le loro esigenze economiche con la tutela della fauna.

L’ente gestore dell’area protetta ha infatti acquistato e fornito gratuitamente agli agricoltori che ne hanno fatto richiesta le recinzioni elettrificate a protezione delle coltivazioni con un primo risultato positivo. Sono state una decina le strutture di questo tipo utilizzate a contornare in particolare piantagioni di mais, riuscendo nell’obiettivo di evitare l’incursione dei selvatici in cerca di cibo.

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