Scialpinisti dopo le multe a Pescegallo
«Fateci abbonare ma lasciateci la pista»

Un gruppo di appassionati della risalita con gli sci stretti propone un accordo - La presidente della Funivie si dice disponibile ma ricorda un esperimento fallito

«Non ci vorrebbe molto a delimitare un tracciato di risalita per gli sci alpinisti o ciaspolatori in modo che nessuno danneggi nessuno. Chiedeteci di pagare il parcheggio o una tessera stagionale da 30, 40, 50 euro: noi pagheremo, ma non toglieteci la libertà di girare tranquilli e ovunque con il nostro essenziale kit antivalanga».

È il pensiero di uno scialpinista, condiviso da tantissimi altri tra quelli che frequentano il comprensorio di Pescegallo, orientato alla ricerca di una soluzione al sentirsi indesiderati e addirittura dannosi per la località.

«Diamo fastidio perché non portiamo soldi nelle casse dei comprensori, occupiamo parcheggi per gli utenti degli impianti che cercano di sopravvivere - non quest’anno, fino ad ora - innevando piste a quote dove la neve arriva sempre meno, a suon di contributi pubblici. Basterebbe il buonsenso da parte di tutti a garantire il “guadagno” da ogni parte».

Nel merito della competenza sul tracciato della stradina di servizio (sparita da qualche giorno dai tracciati censiti da Fupes ogni mattina nel comunicare la fruibilità dei percorsi del suo comprensorio), il Comune di Gerola Alta fa sapere di «essere estraneo alle gestione e regolamentazione nel periodo invernale, in particolare quando la zona rientra nel demanio sciabile, cioè l’area che fa capo a cura e gestione da parte della società che amministra gli impianti di risalita».

La Funivie Pescegallo, attraverso la presidente Marilisa Paltrinieri, mostra apertura verso la possibilità di un accordo per la fruibilità del comprensorio anche da parte di chi non pratica sci alpino: «Se c’è un gruppo di scialpinisti o altro tipo di visitatori che intende proporre una forma di convivenza che risulti sostenibile anche economicamente, siamo disposti ad ascoltare e valutare le idee di chi si farà avanti. Un tentativo, da parte nostra, venne fatto alcuni anni fa quando venne data disponibilità a consentire salita e discesa in notturna su una delle piste del comprensorio, a impianti chiusi, per andare incontro prima di tutto agli scialpinisti che volevano frequentare la zona».

Quel tentativo durò il tempo di una stagione «perché mancò - spiega Paltrinieri - da parte di molti il rispetto degli spazi concessi, così come del lavoro di chi prepara le piste per coloro che acquistano lo skipass per salire con gli impianti e scendere su piste battute, divertenti e sicure. D’altra parte, la Valgerola offre innumerevoli opportunità di vivere la montagna anche in inverno al di fuori dell’unico comprensorio dotato di impianti di risalita che è il nostro, godendo della fatica della salita come dello spasso della discesa in territorio selvaggio, naturale e incontaminato tanto ricercato da chi pratica scialpinismo».

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