Val Masino, dieci anni fa la tragedia dell’elicottero precipitato

Il 31 luglio 2015 un elicottero precipitò in alta quota, causando la morte dei tre membri dell’equipaggio. Il ricordo della tragedia è ancora vivo.

Val Masino

Era il 31 luglio 2015 quando un elicottero della Elitellina precipitò contro una parete rocciosa in alta quota, nella zona di Cima Zocca, in Val Masino. A bordo del velivolo c’erano tre uomini: il pilota Agostino Folini, 50 anni, di Chiuro; il tecnico di volo Marco Gianatti, 33 anni, di Montagna in Valtellina; e il motorista Stefano Olcelli, 28 anni, di Buglio in Monte. Per loro non ci fu scampo. A dieci anni di distanza, quella tragedia resta scolpita nella memoria della Valtellina e torna a commuovere molti, come testimoniano i numerosi messaggi di ricordo e affetto che circolano in queste ore sui social.

Quel giorno, l’equipaggio stava effettuando un volo per trasportare materiali e generi alimentari in Val Codera, dopo aver accompagnato due escursionisti alla capanna Marinelli, in Valmalenco. Un’operazione di routine per una squadra esperta, abituata a volare in ambienti difficili e spesso in condizioni meteorologiche complesse. Poco dopo le 13, però, il segnale radio dell’elicottero si interruppe improvvisamente. Scattò l’allarme e furono avviate le ricerche, protrattesi per ore, complicate dal maltempo e dalla morfologia impervia della zona.

Il relitto venne ritrovato il giorno seguente in un’area molto isolata e difficile da raggiungere, nei pressi di un nevaio a oltre 3.000 metri di quota. L’impatto contro la roccia era stato violentissimo, tanto che l’elicottero si era completamente disintegrato, rendendo vani i soccorsi. I corpi dei tre membri dell’equipaggio furono recuperati solo con grandi difficoltà. Le successive indagini esclusero guasti tecnici, ipotizzando invece un repentino cambiamento delle condizioni atmosferiche come possibile causa dell’impatto. Nessuna responsabilità penale venne accertata al termine del procedimento giudiziario.

La notizia della tragedia colpì duramente l’intera provincia di Sondrio. I tre uomini erano molto conosciuti, stimati e apprezzati non solo per le loro competenze tecniche, ma anche per la passione con cui svolgevano il loro lavoro. Agostino Folini, esperto pilota, aveva all’attivo centinaia di ore di volo in ambiente alpino; Marco Gianatti era un tecnico preparato e preciso, con una lunga esperienza nel settore; Stefano Olcelli, il più giovane, era considerato un ragazzo serio e promettente, legatissimo alla montagna.

A dieci anni da quel giorno, la memoria di Agostino, Marco e Stefano è ancora viva. Lo dimostrano i tanti messaggi di affetto che amici, colleghi e cittadini stanno lasciando in queste ore: parole semplici, fotografie, ricordi condivisi. «Non vi dimenticheremo mai», «Siete sempre nei nostri pensieri», «Tre uomini straordinari» sono solo alcune delle frasi che circolano in rete. Un lutto che non si è mai davvero dissolto, ma che con il tempo si è trasformato in testimonianza: quella di tre vite dedicate al servizio, all’impegno, alla montagna.

In un territorio dove l’elisoccorso è parte integrante della quotidianità, quella tragedia ha lasciato un segno profondo, ricordando a tutti quanto coraggio e competenza siano necessari per operare in alta quota. Il sacrificio di quei tre uomini continua a essere un esempio silenzioso, che non ha bisogno di grandi cerimonie per essere onorato. Basta il pensiero di chi, ancora oggi, nel silenzio della valle o dietro uno schermo, rivolge loro un pensiero.

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