Blocco diesel Euro 5, scatta la proroga

In provincia di Sondrio sono 15.673 i veicoli diesel Euro 5 attualmente in circolazione. La norma originaria avrebbe impedito a questi mezzi di viaggiare nei centri urbani con oltre 30.000 abitanti, come Lecco, Como, Bergamo e Varese, nei giorni feriali tra ottobre e marzo

Sondrio

Via libera all’emendamento al decreto Infrastrutture che concede una nuova proroga per le auto diesel Euro 5. A comunicarlo è il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, esprimendo «grande soddisfazione» da parte del ministro Matteo Salvini. La norma prevede il rinvio di un anno, dal 1° ottobre 2025 al 1° ottobre 2026, del termine per l’entrata in vigore delle limitazioni strutturali alla circolazione di autovetture e veicoli commerciali diesel Euro 5 in quattro regioni del Nord: Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna.

Secondo un’analisi del Post su dati ACI, in provincia di Sondrio sono ben 15.673 i veicoli diesel Euro 5 attualmente in circolazione. La norma originaria avrebbe impedito a questi mezzi di circolare nei centri urbani con oltre 30.000 abitanti, come Lecco, Como, Bergamo e Varese, nei giorni feriali tra ottobre e marzo.

Con il nuovo emendamento cambia anche il perimetro dell’applicazione del divieto: le limitazioni saranno operative, dal 2026, solo nelle aree urbane dei comuni con oltre 100.000 abitanti, rendendo l’impatto della norma decisamente più selettivo. Inoltre, le Regioni, decorso il termine del 1° ottobre 2026, potranno evitare di inserire il divieto nei propri piani per la qualità dell’aria, a patto che adottino misure compensative capaci di ottenere comunque una riduzione delle emissioni coerente con i parametri europei.

La proroga era attesa e richiesta da tempo dalle quattro Regioni coinvolte, impegnate nelle ultime settimane a chiedere al Governo una revisione delle tempistiche e dei criteri di applicazione. In Lombardia, il consiglio regionale ha approvato una mozione che sollecita l’istituzione di un tavolo tecnico e politico per individuare soluzioni alternative alle restrizioni europee.

«Si tratta dell’ennesima imposizione voluta da Bruxelles – ha dichiarato la consigliera regionale della Lega, Silvana Snider – che non tiene minimamente conto delle peculiarità del bacino padano, uno dei territori più industrializzati e popolosi d’Europa, racchiuso tra Alpi e Appennini. Scaricare sui cittadini il costo di queste scelte ideologiche, obbligandoli a cambiare auto, è profondamente ingiusto. Penso ai pendolari, agli studenti, ai pensionati della Valtellina: per loro sarebbe un colpo durissimo».

Secondo Snider e altri amministratori locali, la priorità non dovrebbe essere l’imposizione di vincoli rigidi, ma maggiore investimento da parte dello Stato e dell’Unione europea in politiche ambientali strutturali, che migliorino davvero la qualità dell’aria senza penalizzare chi vive lontano dai grandi centri.

La partita, dunque, si sposta ora sulla definizione delle misure compensative e sulle strategie di lungo periodo per coniugare tutela dell’ambiente e sostenibilità sociale.

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