
Cronaca / Sondrio e cintura
Mercoledì 07 Giugno 2017
Caso cisterne, interviene il prefetto
«Subito le autorizzazioni dei Comuni»
Il rappresentante del governo invita gli uffici preposti a intervenire . I controlli sui depositi di gasolio stanno creando problemi a seicento aziende locali.
Ci ha pensato il prefetto di Sondrio, Giuseppe Mario Scalia, a mettere ordine in una situazione ingarbugliata che rischiava di mettere in ginocchio qualcosa come 600 aziende di Valtellina e Valchiavenna.
Lo ha fatto prendendo carta e penna e invitando chi di dovere a provvedere per risolvere quello che ha tutta l’aria dell’ennesimo paradosso della burocrazia. Il caso è quello dei controlli della Guardia di finanza sulle cisterne di gasolio per autotrazione a uso privato risultate prive della necessaria autorizzazione comunale.
I risultati degli accertamenti sono stati sanzioni amministrative e alcuni sequestri, anche in aziende di grosse dimensioni. Il rischio della paralisi dell’intero settore degli autotrasporti ha cominciato a sembrare tutt’altro che remoto. E le associazioni di categoria non hanno mancato di far sentire subito la propria voce. Anche perché, tra l’altro, le sanzioni prevedono anche la richiesta di pagamento delle accise, nonostante fosse stata accertata la piena regolarità contabile delle aziende.
Oltre il danno, la beffa. La reazione degli imprenditori non si è fatta attendere. Da un lato si sono rivolti alle associazioni di categoria per far sentire la propria voce e dall’altro si sono affidati ai propri avvocati per chiedere il dissequestro delle cisterne e per tutelare le proprie posizioni. Esaminati i fascicoli, il Tribunale del Riesame di Sondrio ha cominciato ben presto a emettere i verbali con i quali si ordinava la restituzione delle cisterne ai proprietari.
Ai giudici, d’altra parte, gli avvocati non avevano avuto difficoltà a presentare un’ampia documentazione che dimostrasse la sostanziale buona fede dei propri assistiti: permesso concesso dai vigili del fuoco, segnalazione di inizio attività, autorizzazione all’uso privato dell’impianto ecc. Niente di abusivo o nessun tentativo di fare il furbo, insomma, ma la semplice mancanza di un’autorizzazione comunale. Questo almeno nell’80 per cento dei casi.
Colpa dei Comuni, per lo più, non degli autotrasportatori. È il prefetto Scalia a dirlo chiaramente nella lettera inviata ai sindaci, ai presidenti delle Comunità montane, al presidente della Provincia, al comandante provinciale della Guardia di finanza, al direttore dell’Agenzia delle entrate, al direttore dell’Agenzia delle dogane e ai presidenti di Confindustria, Confartigianato, Confcommercio/Fai Trasporti e Ance Lecco e Sondrio.
«L’80 per cento dei serbatoi in provincia sono risultati fuori norma per la mancanza di autorizzazioni da parte degli uffici preposti dei Comuni, a volte, non per negligenza dei titolari delle aziende, ma per i tempi di istruttoria estremamente lunghi degli uffici stessi» si legge in un passaggio della missiva. Gli uffici comunali, informati per tempo, avrebbero dovuto intervenire. Inevitabile, in conclusione, l’invito ai responsabili degli stessi uffici affinché risolvano al più presto la situazione concludendo le istruttorie per il rilascio dei permessi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA